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voglia, e senza sconciarvi colle nostre importune preghiere, tante di quelle palle salutifere quante n’hanno ne’ loro arsenali di pestifere e di mortifere le potenze attualmente belligeranti: ché, ricevuta dalla Santitá Vostra una tanta grazia, non ci scorderemo sicuramente, benefico taumaturgo, la prima volta ci rivedremo a mensa tutti insieme, d’esclamare a coro e co’ nostri bicchieri in mano: «Sane te Titrebe, propinamus tibi!». Ed alla miracolosa Signoria Vostra ossequiosamente mi raccomando.