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LETTERA NONA

d’Antonio Ferrigo alla signora Angioletta Gozzi

( La ringrazia d’avergli scritto senza badare a puntigli, e gli dá notizia del suo starsi a Ferrara.] Io non posso paragonar le date, perché voi v’avete scordato di metterne una alla vostra lettera. Sappiate però non essere cosa troppo sicura che siate stata la prima a farmi motto, come pare che crediate. Prima di partirmi da Monselice (0 per venirmi in questa Ferrara, io vi scarabocchiai una filastrocca molto prolissa, che non è colpa mia ma della posta se non v’è peranco venuta alle mani. Forse ch’ella è ita smarrita, o forse l’avete a quest’ora ricevuta. Supponendo nondimeno che il dimonio l’abbia fatta perdere, io mi voglio rallegrare con voi del vostro avere scritto prima senza starvi sul rigore del puntiglio. Non l’ho io detto infinite volte, sin da quando eravate piccina piccina, che voi mi sareste un giorno riuscita una colomba senza fiele, uno zucchero dolcissimo, un’ambra trasparente, un vaso d’agata orientale pieno d’un balsamo prezioso, una cosa, in somma delle somme, degna dell’amore di tutte le creature del cielo e della terra? Voi non sapete, Angioletta, quale rara e bellissima virtú sia quella del non essere una donna puntigliosa! Io n’ho conosciute e trattate di molte delle donne in assai paesi, e vi so dire come sino al di d’oggi non n’ho trovata una che non fosse pronta a guastarsi coll’amico piú vecchio e piú sincero per ogni minima negligenza, per ogni piú ridicola cianciafruscola, per l’ innavvertenza la piú invisibilissima. E di questo difetto muliebre la mia buona Angioletta non ha né tampoco una dramma. Oh, bravala mia buona Angioletta! Anche questo è (i) Terra nello Stato veneto, cosi chiamata.