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grandi porte, ciascuna esattamente di rincontro ad uno de’ quattro venti cardinali. Quel muro è bastevolmente alto perché un ladro non possa con agio salire al saccheggio de’ frutti e de’ fiori; e il suo sommo è formato da un balaustro molto semplice e molto nobile, che vorrei fosse un po’ piú guernito di statue e di vasi alternatamente. In quell’ampio ricinto v’ha un precipizio di piante esotiche, oltrO a moltissime nostrali; e se il buon custode campa, ve n’avranno ogni di piú, ch’egli è propio matto dietro al suo mestiero di botanico, né mai cessa dal pensare e dall’ affaticarsi a procacciarsene dell’altre e dell’altre e poi dell’ altre. Basta dire ch’egli preferisce la piú trista erbuccia africana o americana al piú bel cesto di cavolo che sia; ed io, al contrario, amo piú una minestra di cavoli, specialmente di questa stagione diacciata, che non le piú singolari malpighie, linnee e mellerie (0 del mondo nuovo. Ma, come diceva il Berni, ognuno s’ha i suoi capricci, ed io sono come i frati che non amano se non la botanica mangiativa. Il Marsili tiene registrate a uno a uno in quella sua memoriaccia sfasciatacela tutti quanti i nomi di quelle piante, di quegli arbusti e di quegl’infiniti fiori che sono in quell’orto, come una buona cuoca s’ha la lista in capo di tutti gli erbami, di tutti i legumi e di tutti i frutti che abbellano ed arricchiscono un mercato in tempo di quaresima. In quel nostro lento giro e’ m’andò additando e nomando quelle piante, quegli arbusti e que’ fiori; e mi fece cosi venire in mente il padre Adamo, quando s’andava bellamente avvolgendo con la sposa pel giardino d’ Eden, appiccando i nomi alle cose. S’io scrivessi qui a Vostra Eccellenza in fila in fila soltanto la ventesima parte de’ nomi nomatimi stamane in quell’orto dal Marsili, verrei a parerle un negromante che nota colla verga nel cerchio magico i nomi de’ diavoli, quando s’appresta a scongiurare; tanto le riuscirebbono strani. Steca, tlaspo, scorpioide, ornitogalo, camedri, ladro, atractile, alopecuro, cariofillata, barbagiove, diosfiro, sferocefalo, ^i) Piante esotiche, nomate cosi da’ piú celebrati botanici.