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la penna prima che Vostra Eminenza me ne faccia rimbrotto. Con altre successive, quand’ Ella non mel proibisca in vista di questo primo saggio, io le verrò dando a minuto il resto della vita del nostro immortale uomo, e tal quale la trovo ne’ laurenziani codici; molto sicuro di far toccar con mano al mio signor cardinale, a tutta Roma ed all’Italia tutta, che Galileo Galilei non operò cosa veruna nella sua provetta etá, di cui non desse migliaia d’indizi nella fanciullezza e nell’adolescenza sua: come si troverebbe essere il caso di ciascun uomo, se ciascun uomo s’avesse chi, durante i suoi primi anni, lo esaminasse con quella filosofica sottigliezza con cui quel don Timoteo s’esaminava l’inventore del cannocchiale. Equi, senza tenere piú lungamente a tedio l’Eminenza Vostra, m’inchino al bacio della sacra porpora e me le dichiaro amico e servo in eterno.