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rotti e sconquassati e disertati affatto affatto assaissimi sistemi venuti sino a’ suoi di intatti intattissimi dall’antichitá piú remota. Né bisogna passare in un maligno silenzio un fatterello che gli venne un di fatto intorno al mese trenzettesimo dell’etá sua. E fu che, avendo piú e piú volte adocchiato un quadro, non so se del Grillandaio, del Mantegna o del Primaticcio, rappresentante un piovano calabrese che s’aveva un naso in faccia d’una troppo disonesta misura, Galileo seppe tanto ben fare che indusse una fante della madre a salire sur una seggiola a dispiccar il quadro del su’ chiodo e a porglielo disteso per terra, ond’e’ potesse piú a suo agio guardarlo e riguardarlo. Ma non s’ebbe si tosto l’incauta fante vólto l’occhio ad un’altra parte, che l’impronto cattivello s’alzò destramente la vesticina dinanzi e, pigliando di mira quel grosso naso, gli diede d’improvviso una molto solenne inaffiata. Accorsero entrambi i genitori insieme col buon prete da’ vicini appartamenti all’acuto strido che mise la fante quando s’accorse di quello che il bambolone s’avea fatto. Ed interrogato da don Timoteo perché avesse adacquata a quel modo quella pittura, il putto fece loro comprendere colle sue peranco imperfette parole, aiutate da certi suoi attucci pieni di stizza, come aveva preso in uggia il troppo naso che stava fitto nella faccia costi dipinta. Pensate, signor cardinale, se la mamma del picciolo Galileo si rise d’una tal berta e se il papá fu presto a rizzare e ad asciugare la tela e la cornice del quadro col grembiule della fante medesima! Il prete però, che molto meglio d’essi intendeva l’arte di cavare una conseguenza da una premessa, dopo d’essere stato cosi un pochino infraddue, scosso alquanto il capo e strettosi stranamente nelle spalle, come persona tócca da un incognito movimento d’animo, pronosticò, e non invano, come il fanciullo sarebbe stato un di miracolosamente amatore di giuste misure e di proporzioni esattissime, poiché non poteva in cosi tenera etá patire senza collera di vedere un naso usurparsi piú parte d’una faccia, che non gli toccava di ragione. Vincenzio, che era un uomo alquanto fatto, come si suol dire, alla carlona, non parve facesse molto caso di quel