Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/173

risme di lettere amorose o critiche o storiche o filosofiche o d’altri generi; e non si può dire quanta frega s’abbia ciascun mortale di leggersi quindi quelle tante e tante pappolate scritte a nessuno, come se ognuna d’esse fosse diretta unicamente alla sua propia persona. Dunque, signora Dorotea, questa mia lettera sará prolissa mediocremente e del genere storico, o vuoi narrativo; e vi si diranno in essa molto a minuto le varie e tante cose da noi fatte sinora in questo nostro viaggio. Cose grandi egualmente che moltiplici, e da non si passare in un caparbio silenzio, avuto riguardo alla bellezza ed importanza loro; cosicché non vi fia male adagiarvi ben bene su quel vostro canapé di dommasco giallo in quel vostro stanzino, dove tenete que’ vostri poeti in buonissimo ordine su quegli scaffali, onde possiate pian piano leggervele e assaporarvele e godervele tutte ad una ad una, seguendoci passo passo col pensiero, rallegrandovi ogniqualvolta ci vedrete accapparne una buona, e tremando e raccapricciandovi sempreché ci scorgerete in un qualche risico, essendo assai probabile che in tre settimane di viaggio ci siamo abbattuti in risicacci brutti e pieni di spavento. Via, dunque. Siete voi adagiata bene su quel vostro canapé di dommasco giallo? — Si, signore. — E la cagnolina di Malta è ella addormentata li accanto a voi? — Signore, si. — E le fanti s’hann’elleno un ordine positivo ed assoluto di non ammettere visita nessuna, onde non siate interrotta in questa lettura? — Oh, Giambattista, tu mi secchi con tanti interrogativi! — Dunque, mano a’ ferri. Dunque cominciamo. Attenti bene, signora Dorotea. Perduto di vista il nostro duomo ed ogni nostro campanile, e facendo i nostri postiglioni trottare a furia i loro cavalli, giungemmo sull’ imbrunire ad Abbiategrasso M, dove ce ne fummo a scendere dal nostro gioviale Galeazzo, che ci aspettava con una cena propio sardanapalesca. A quella cena, finiti i debiti abbracciari, ci sedemmo giú tutti con sommissima letizia e lá (i) Abbiategrasso è un borgo assai considerevole, distante sedici miglia da Milano.