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Peppuccio mio, come cotesti uomini scapoli sono, poco meno che tutti, furfanti e gente pessima, a cui non hai ad assimigliare per alcun conto. Dunque tu menerai moglie tosto che meriterai il nome d’uomo. — E come questo, signore zio, se m’avete detto pur ora che tutte le mogli s’ hanno il pesce di sottovia? se tutte sono triste in uno o in un altro modo? -7- Triste dalla prima sino all’ultima? Tu mi scambi le parole, Peppe; ch’io non t’ho detta simil cosa, né dirottela giammai! Bada al filo del mio discorso, e troverai com’io non dico altro se non che tutte le donne, o poco meno che tutte, sono buone innanzi maritate, aggiungendoti quindi che troppe d’esse divengono cattive dopo maritate. E perché lo divengon elleno? Perché quasi tutte dánno in certi goffi animalacci di mariti che le lasciano imparare la cattivezza, la quale è una cosa che si va apprendendo come tutte l’altre cose da chi non la sa; cosicché, se un marito non la lasciasse mai imparare alla moglie, mai la moglie nolla saprebbe e verrebbe per conseguenza continuando ad esser buona, come la natura o, per dir meglio, la prima educazione l’aveva fatta; e, volendolo il marito, anderebbe anzi oltre imparando a diventare vie piú buona di di in di, tanto che in poco tempo diverrebbe tale da mangiarcela propio viva per amore. Questa, Peppe mio, questa è la vera ed unica sostanza del mio discorso e non giá che tutte le mogli sieno cattive, ché anzi ve n’ha delle buone persino tra le dame di Venezia; comeché un tanto dire appaia baldanzoso e quasimente incredibile a chi conosce i santi costumi di quella cittá santissima. Da tutte queste cose io voglio tu conchiuda, Peppe mio, che quando tu t’avrai pigliata per moglie una femminoccia di tanto tenera etá che non abbia peranco avuto il tempo d’apprendere ad essere cattiva, ti fia facile il farla continuare ad ignorare la cattivezza e il farle imparare la bontá, quando tu sappia e voglia insegnargliela; ché la bontá, non meno della cattivezza, è una sorte di scienza essa pure, e chi vuole saperla fa duopo che la studi. Ma che avrai tu a fare perché la tua moglie impari la bontá e perché salga, uno scaglione dopo l’altro, sino al sommo grado