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vi dico, e i loro privilegi non vanno tant’oltre, malgrado le loro tiare d’oro massiccio e le loro diademe ingioiellate. Un milanese grasso e sentenzioso soleva dire in un suo gergo arbitrariamente infranciosato, e non senza lepidezza, che «quand semm nassuu nun semm tugg ficciuu»; volendo significare che chiunque nasce è fritto coll’olio dal canto dell’essere felice, n’arrabbi e farnetichi e si dimeni quanto vuole. Anch’io, come il papa e come il re, cadetti in modo nello smemorato ne’ giorni della mia giovanezza, che m’andai pure a caccia di felicitá piú d’un lustro, anzi piú di due, persuaso stoltamente ve ne fosse in qualche luogo, comeché alquanto difficilotta a rinvenirsi. Aggiratomi un gran pezzo indarno, m’avveddi alla fin fine che quella mia idea non era se non di lunatico e che m’ero fatto cacciatore di mosche, poiché in quella mia ostinata caccia non potetti mai pigliar altro che mosche. Dunque, riavutomi e diventato finalmente saggio quanto si possa dire, non volli piú fantasticare di felicitá, ma soltanto di mangiare, di bere e di ridere, vadia il mondo a posta sua. Per conseguenza oggidí mangio d’ogni cosa mangiabile che mi si pari dinanzi, e beo d’ogni sorta vini, senza badare al bianco piú che al rosso, e soprattutto mi faccio le belle risa d’ogni cosa qualsivoglia. Marchese mio caro, se il mangiare e il bere non vi garbano, lasciateli col nome di Dio e fatene senza. Però quella faccenda del ridere soffrite ve la raccomandi, poiché ridendo e poi tornando a ridere non assicuro che sarete felice, ma che somiglierete tale: e in quest’orbe sublunare tanto monta il parerlo quanto Tesserlo, ché ogni cosa degli uomini è ’pur vana e priva di sostanza, checché certi barbassori si vadano sognando e cianciando. La Signoria Vostra illustrissima dirammi forse che queste son baie. Ma che altro sarebbono tutt’altre cose vi potessi dire? Baie, baie, dalle prime alle sezzaie, ché vo’ pure sciorinarvi una rima! Fate di stare in salute, marchese mio, comeché la salute sia una baia di pochissima durata e che vadia pure anch’essa a terminare in una qualche baia di malattia e quindi in una morte non da baia, che pon fine a tutte le baie. Addio, mio signore.