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entiluomo e soldato, sempre primo nell’azione, animo eletto ed aperto alle più belle virtù, esempio agli inferiori, ai colleghi, ai superiori, amato ed ammirato da tutti, Francesco Baracca.

Pilota perfetto, calmo, audace e valorosissimo, pilota alla «prima» squadriglia da caccia in Italia: rimanere pilota soltanto era stato sempre suo più grande desiderio ed orgoglio.

Modesto quanto coraggioso non amava gli onori del Comando che a suo giudizio non potevano che rallentare la sua instancabile attività nell’azione costante, operosa, diuturna. Volare e combattere era lo scopo della sua vita: lo vedevamo nel suo impeccabile abbigliamento di guerra quando nei periodi di calma delle azioni terrestri rivolgeva il suo studio alle abitudini degli avversari partendo spesso in volo prima che fosse spuntato il giorno; lo sentivano inferiori e colleghi nella cura scrupolosa con la quale egli amava emanare gli ordini di combattimento alle pattuglie che dovevano seguirlo nel cielo; ben lo sapevano i suoi superiori che di averlo più che esecutore, coadiutore andavano orgogliosi, di averlo compagno in azione erano fieri.

Le sue ore libere erano normalmente dedicate al suo apparecchio per affinare con ogni cura ed in ogni particolare l’ordigno che lo rendeva padrone del cielo. Nel suo sguardo era sempre una sicurezza calma, una volontà inflessibile.

Io non ho conosciuto uomini simili a Lui.

Non vi erano transazioni possibili là dove era un dovere da compiere e la sua coscienza non ammetteva che un solo modo di compierlo: dando tutto sè stesso.

Sempre disposto a credere al bene perchè incapace del male,