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IL BANDELLO al valoroso signore il signor FRANCESCO ACQUAVIVA marchese di Betonto Nel ritorno suo da Bari il nostro messer Giacomo Maria Stampa m’ha portato una vostra lettera, la quale a me non ac- cade dir se m’è stata cara, sapendo voi, quando qui in Milano eravate, quanto io v’onorassi e riverissi .sempre. Devete anco ricordarvi di quanto al partir vostro in casa del vostro genti- lissimo signor cognato il signor Alfonso Vesconte cavaliere, essendovi presente la cortese signora Antonia Gonzaga sua consorte, mi diceste, e di quello eh’ io vi risposi. Onde non vi convien dubitare eh’ io non resti eternamente ricordevol di voi, e che le lettere vostre non mi siano in ogni luogo e tempo gra- tissime. E circa a quanto mi scrivete s’è pienamente sodisfatto. Restami solo di mandarvi quella novella, che giá narrò in casa de la vertuosissima signora Camilla Scarampa il signor Anto- nio Bologna a la presenza vostra, alora che voi con molti al- tri signori e gentiluomini eravate quivi per udire sonar e can- tare la bella e vertuosa figliuola d’essa signora Camilla, alor chiamata Antonia, ora suor Angela Maria, essendosi ella in Genova fatta monaca; la qual nel vero al presente ha sortito nome piú a lei convenevole e a le sue vertu e rare bellezze, che prima non aveva, perciò che qualunque persona la vede ed ode sonar e cantare tien per fermo di veder e sentir un an- gelo celestiale. Venendo adunque a parlar de la novella, io, secondo che voi mi commetteste, quella scrissi cosi a la grossa senza ornamento alcuno. Ora che voi me la richiedete, l’ho compitamente scritta e al nome vostro intitolata, a ciò che