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suo fidato a le due madri, da le quali era conosciuto, e loro mandò a dir quanto intendeva che si facesse. Dapoi di brigata desinarono, e dopo il desinare montarono a cavallo e in quattro di arrivarono al luogo del signor Roderico. Le due madri avuta la buona nuova dei figliuoli ed inteso l’animo loro comincia- rono a dar voce che don Diego e Ginevra la bionda si fossero di consentimento l’un de l’altro partiti e stati ad un castello del signor Roderico, ove insieme s’erano maritati. E cosi diedero ordine a far le nozze sontuose e belle con grandissimi apparati come a la nobiltá e ricchezza loro era conveniente. Dato adunque ordine al tutto, andarono i dui amanti col signor Roderico al castello de la madre de la giovane, ove anco era la madre di don Diego con nobile e bella compagnia. Quivi fatto lo spon- salizio come è costume, attesero a le feste ed ai piaceri, e la seguente notte i dui sposi consumarono il santo matrimonio e attesero poi a viver sempre allegramente, spesse fiate con dolcezza ricordandosi degli affanni passati, parendo tuttavia dapoi ad essa Ginevra che non fosse possibile che ella fosse stata si rigida, si renitente e si ostinata, come conosceva che fu. Ogni volta ancora che accadeva parlar col signor Roderico, che spesso accadeva, ella infinitamente quello ringraziava de l’infinito obligo che confessava avergli. Ma io non so, se questa giovane fosse capitata a le mani d’un perugino, se egli avesse avuta la pazienza che ebbe il signor Roderico in tanta ostina- zione de la donna.