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narrare, a leggere od udire le cose secondo che erano seguite, ma che il male era a farle. Onde egli la novella narrò. E perché accade a nomare la felice memoria del signor vostro padre, mi son mosso essa novella a donarvi, ed anco perché ella abbia pa- drone come l’altre. Ella altresi, in questi vostri publici maneggi che di tutta Europa ne le mani avete, talora vi ricorderá il vostro Bandello, che tanto giá amavate. Ma che dico amavate? Io son certissimo che l’amor vostro verso me è quello istesso che era in Milano, si per il parentado che è tra l’illustrissima casa vostra e la mia, per madonna Adornina figliuola del signor Prospero Adorno e moglie del magnifico dottore e cavaliere messer Giovanni Antonio Bandello mio zio, come anco perché sapete quanto io v’amo, riverisco ed onoro. State sano. NOVELLA XIX Faustina e Cornelia, romane, diventano meretrici, e con astuzia hanno la grazia dei mariti. Poscia che il signor Gian Battista Almadiano m’assicura, signori miei, e mi leva la tema eh’ io aveva d’esser biasimato, io vi narrerò quanto piú brevemente mi sará lecito come due donne romane trattassero assai vituperosamente i mariti loro, e come essendo state in chiazzo publiche meretrici fossero poi per buone e pudiche dai mariti accettate. E di questa istoria che ora vi dirò, ne fui, giá sono molti di, pienamente informato da per- sona degna di fede, che tutta la comedia sapeva. Dicovi adun- que che sotto il pontificato di Alessandro VI fu in Roma un cittadin romano chiamato Marco Antonio, il qual, essendo as- sai ricco di possessioni e bestiami, prese per moglie una Fau- stina romana, di sangue e di ricchezze a lui convenevole, ma molto piú audace e scaltrita che a donna non conveniva. Av- venne che, non dopo molti di, Marco Antonio vide una gio- vane maritata ad un altro cittadin romano, tenuta in quei tempi de le piú belle di Roma, ma assai poco dal marito amata. Egli non prima la vide, che de la vaga bellezza di lei oltra misura s’accese, e tanto da l’ingordo appetito trasportar si lasciò, che