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NOVELLA XLV 3 spie che mettevano mente a ciò che il canonico faceva, egli diede del capo ne la rete, perché, ritrovato che era ito in parlatorio, fu dagli sbirri subito preso e condutto al vescovado, dove il vescovo lo fece in una scura prigionè incarcerare. Quivi cominciò con pane ed acqua a fargli far digiuni che non si trovano messi nel calendario. Non mancava la badessa con lettere ed ambasciate a stimolar messer lo vescovo a castigar agramente lo sfortunato don Bassano. Fu fatto un gran processo e provata la inubidienza e la scommunicazione contra il prete, e il vescovo si mostrava molto rigido contra lui, con animo di fargli uno strano scherzo; tuttavia vi s’interposero alcuni gentiluomini amici del prete e fecero tanto che mitigarono in gran parte la còlerà di monsignore, ma non poterono in tutto placarlo. La bisogna andò cosi : che prete Bassano fu levato di prigione ed assolto da la scommunica, con questo perciò che gli convenne pagare, oltra le spese de la prigionia, ottanta ducati d’oro per emenda a la mensa episcopale, e patto che più egli non mettaria i piedi a quel monastero, e se trovato vi fìa, che o anderà in galera o sarà posto in prigione perpetua. La badessa sapendo il mal trattamento fatto a prete Bassano, essendo del mal altrui molto lieta, faceva tutti quei dispetti che poteva a la monaca amica del prete, la quale pazientemente il tutto sofferiva, aspettando tempo e luogo per fare, se possibil era, le sue vendette. Ora la santa badessa, come persona grata, per non cascar nel vizio de l’ingratitudine che tanto dispiace a ciascuno, deliberò una notte far venir il vescovo a vegghiar ne la camera di lei seco. E sapendo che in quella vegghia si farebbero de le cose che inducono debilità nei corpi umani, avendo una sua fidatissima monaca che in simili bisogni la serviva, con zucchero fino in camera sua cominciò a lavorar pinocchiati, marzapani ed altre di varie sorti confetture, e si fece portar dui fiaschi, uno pieno d’ottima vernaccia e l’altro di finissima e preziosa malvagia. La monaca, disperata per la prigionia del suo don Bassano, che in altro non pensava che farne una a la badessa che, come si suol dire, si tenesse al badile, veggendo i traffichi che in camera de la badessa si facevano, pensò che senza dubio madonna