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NOVELLA XXVII 299 mangiando tuttavia de la carbonata, che era salatissima, ne trangugiò più di sette gran bicchieri senza mettervi punto d’acqua. Ora non si fini il desinare, che la vecchia cominciò a tavola a confermar tutto ciò che la giovane diceva, non potendo sostenere il capo dritto, per averle la fumosità del vino ingombrato il cervello. Né guari stette che si lasciò, oppressa dal sonno, cadere in terra. La giovane, veggendo il suo avviso aver luogo, per meglio assicurarsi cominciò a tirar il naso a l’addormentata vecchia ed agramente a stringerle le carni e dimenarla; ma il tutto era fatto indarno. Il perché, fattasi ad una finestra, stava aspettando che il suo amante si lasciasse vedere; il quale, secondo l’ordine scrittogli, comparve e, avuto il segno che aspettava, per via d’un giardino che era dietro la casa, a la sua innamorata pervenne, la quale desiosamente Io accolse, e tutti dui con infiniti e soavi baci e strettissimi abbracciamenti si fecero le più amorose accoglienze del mondo. Dopo questo gli fece vedere a che caviglia la buona vecchia aveva legato l'asino; e non volendo perder cosi buona occasione, si ridussero dentro una camera, ove il giovine, con qualche poco di resistenza nel principio, amorosamente con la sua fanciulla si giacque. E non sapendo quando più devessero aver acqua al lor molino per macinare cosi comodamente come alora, fin che il giovine ebbe del grano ne le bisacce attesero a macinare dolcemente, con gran piacere di tutte due le parti. Venuta poi la sera, la buona vecchia se ne stava pure sonnacchiando ed ancora non aveva digesto il vino. Onde, per mettere un poco di grano ne le bisacce, fecero i dui amanti una grassa collezione bevendo del buon vino bianco. Dopoi per non perdere tempo ritornarono a macinare, e credo che dessero ordine di poter altre volte trovarsi insieme. Quando poi parve al giovine tempo di partirsi, essendo la notte oscura, per la medesima via ove era entrato se ne usci e a casa se n’andò molto consolato, lasciando anco la sua innamorata piena di grandissimo piacere. -