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NOVELLA III 325 fatto di tua mano> c,ie negar non puoi, sei ubligato; e quando pagato m'averai, va’ ove tu vuoi. — Monsignor Io proposto gli teneva pur detto che egli era in errore, e che niente gli deveva dare, e che da lui cavalli né altra cosa aveva presa già mai, e che mettesse ben mente a ciò che si faceva; ma il tutto era indarno, perciò che il tedesco non era disposto a lasciarlo andare se prima non era pagato. Mentre che eglino contendevano di questa maniera, uno dei capi de la guardia de la notte che a quell'ore suol andar a torno, passando per la contrada vide la porta de !a casa d'Ambrogio sgangherata e battuta per terra e senti il romore che di sopra si faceva, e dubitando dei ladronecci che far si sogliono, con i suoi fanti entrò dentro e salite le scale pervenne a la sala ov’era il romore. Quivi su la porta trovando alcuni sergenti de la corte, domandò loro la cagione del romoreggiare che ivi entro si faceva, e intendendo che erano venuti a prender un debitore di Guglielmo tedesco, andò avanti e disse: — Che romor è questo? — E guardando in viso il pri- gionero, subito conobbe che egli era monsignor lo proposto. Onde disse a questi fanti che il tenevano che si ritirassero a dietro, perché egli pigliava il prigione sovra di sé. E tiratolo a parte gli domandò che voleva dire ch’egli a quell’ora in casa d'Ambrogio si trovasse. Il proposto che domesticamente lo conosceva, gli narrò come stava il fatto; del che il capitano ridendo lo confortò a star di buon animo e che farebbe ogni cosa per levarli la seccaggine del tedesco da dosso. Poi tirato da banda Guglielmo, gli disse: — Che hai tu a far con questo prigione che qui è sovra la mia fede? conosci tu chi egli si sia? — Dicendo il tedesco che gli aveva altre volte dato cavalli in credenza e che buona quantità di danari da lui deveva avere e che voleva esser pagato, rispose il capitano: — Da Ambrogio può ben essere che tu debbia aver danari, ma da costui non già. E perché io m’avveggio che tu né questi altri lo conoscete, io ti vo’ sgannare ed assicurarti che costui non è Ambrogio, ancor che in casa d’Ambrogio sia stato preso. E tanto te ne vo’ dire, che egli ò persona onoratissima di questa città, ricco e di famiglia molto nobile. Per questo ti dico che tu ci pensi ben suso, perché