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NOVELLA LVII notte, e domatina io vi guiderò ove il re dimora o dove più v’aggradirà d’andare. — Accettò Mansor molto volentieri l’invito, e smontato da cavallo entrò in casa. Fu il cavallo provisto d’orzo e fieno in una capanetta ove il buon pescator teneva un suo asinelio. Il re, acceso buon fuoco, attese ad asciugarsi, e la moglie del pescatore acconciò per cena de l’anguille le quali pose innanzi al re. Egli svogliato e non gli piacendo pesce, domandò se ci era carne. Il pescatore disse che aveva una capra che lattava un capretto e che stimava gran ventura di darlo per esca a tal gentiluomo quale egli gli pareva. E cosi l’ammazzò e ne fece cucinar quelle parti che il re volle, il quale dopo cena si corcò e prese riposo fino al levar del sole. Venuta l’ora, il re montò a cavallo e con la guida del cortese oste si mise in viaggio. Né ancora erano fuor dei paduli che trovarono molti de la corte che andavano cercando il re per quei luoghi, gridando e chiamandolo. Tutti come il videro, si rallegrarono meravigliosamente. Il re alora rivolto al pescatore gli disse che era Mansor e che in breve gli farebbe conoscere che la di lui cortesia non gli saria uscita di mente. Aveva di già il re in quelle campagne fatto edificar alcuni palazzi per la comodità de la caccia, e v’erano anco alcun’altre abitazioni fatte fare da’ suoi cortegiani. Onde deliberato il re di rimeritare il pescatore de la sua cena e de l'albergo, fece in poco di tempo asciugar quei paduli e cinger di mura le case e i palagi di già edificati dando loro il circuito d’una gran città, e diede di molte immunità a chi v’andava ad abitare; di modo che in breve la città divenne popolosa e di bellissimi edifici piena, e volle il re che si chiamasse Cesar Elcabir, cioè « il gran palazzo ». Ridotta dunque la città in buonissimo essere, di quella ne fece cortese dono al povero pescatore e a’ suoi figliuoli e successori, i quali per lunga successione l’hanno posseduta accrescendo sempre la bellezza e bontà del luogo. Quando io ci era, la vidi tutta piena d’arte- giani e di mercadanti. Aveva molte belle moschee ed un collegio di scolari ed uno spedale. Vi sono molte cisterne, non si posscndo cavar buoni pozzi. Gli abitatori di quella sono uomini buoni e liberali e più tosto semplici che altrimenti, e vestono