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2ÓO PARTE PRIMA te l'hai menata come tua moglie e cosi la tieni. Ma ella non è tua moglie né può essere e tu sei errato, perché io di molto tempo innanzi a te, quella in presenza di sua madre sposai e seco più e più mesi mi sono giaciuto. Ora io non posso confessarmi se non ritoglio mia moglie; il perché ti prego che tu mi voglia render la donna mia come è il debito, e far di modo che non vegliamo a romore, perché io t’assicuro che voglio mia moglie per ogni modo. — Il buon uomo a cui la Domenica era sommamente cara e di lei si teneva benissimo sodisfatto, udendo cosi strano e nuovo ragionamento quasi stordì. Pure fatto buon animo, in questo modo rispose: — Maestro, per Dio vi prego, non mi beffate e non mi dite queste ciancie, ch’io non son uomo da star su queste baie. Io ho sposata la Domenica in presenza d’assai buone persone che furono testimoni ed holla sempre trovata onesta e buona donna, e son certo che ella non fece mai male de la persona sua con voi. Lasciatemi fare i fatti miei e non mi date noia. Ed al corpo clic non vo'dire, egli non sta bene a dir queste cose che dite. Andate per i fatti vostri. — 11 Boientis a cui poca levatura bisognava, cominciò a riscaldarsi sul fatto e dir con voce collerica che voleva alora alora sua moglie e diede del « ghiotto » per la testa e del « becco » a Gian Maria, il quale subito mentendolo per le canne de la gola, alzò il pugno e gli diede sul muso un gran punzone con quelle sue mani callose dal continovo martellare che averebbero schiacciate le noci sovra un letto. Il Boientis essendo con la toga lunga indosso e non si potendo troppo ben aiutare, fu stranamente da l’armaruolo carmi- gnato senza pettini, il quale datogli di molte pugna e convolto nel fango, fu cagione che molti al romore traessero, i quali con gran fatica tutto rabbuffato glielo levarono di mano. Né per questo cessava il buon medico di bravare e dire che voleva la moglie, minacciandolo di cavargli il cor del corpo. Quelli che al romore erano corsi, udendo di che cosa era nata la questione ne cominciarono senza fine a ridere, e ser capocchio Boientis narrava a tutti la favola dicendo: — Questo becco cornuto non mi vuol rendere mia moglie, ed io la voglio mal grado ch'egli n'abbia. Tu me la darai, beccone che sei. Si farai, al vangelo di san Marco d’oro.