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il modo che a me stesso ed a le muse vivo. Qui in Verona in casa sua sempre ci sono alloggiati di molti forastieri. Eravi questi di messer Federico Grimaldo che da Vinegia venuto ci era. E ragionandosi del superbo apparato fatto da’ genovesi a Carlo quinto imperadore e di molte mischie fatte con gli spagnuoli, narrò esso messer Federico una novella a quei di avvenuta. Onde avendola io scritta, ho voluto ch’ai numero de l’altre mie novelle si veggia sotto il vostro nome in testimonio de Tarnici zia che non solamente con voi ho avuta, ma anco con molti altri de l’onorata famiglia Saula, e spezialmente con quella benedetta anima di vostro fratello sempre con prefazione d’onore da deversi nomar, monsignor Filippo Saulo vescovo brugnatense e referendario apostolico, le cui singolari vertu e rarissime doti e ne l’una e l’altra legge eminente dottrina non meritavano che sul fiorir de la sua gioventú morisse. State sano.

NOVELLA VI

Ligurina rubata al sacco di Genova dopo lungo tempo è da’ suoi conosciuta e messa in un monistero.

L’aver voi molte cose dette che a la venuta di Carlo quinto imperadore a la cittá nostra di Genova furono fatte per onorarlo come a tanta sua altezza si conveniva, m’ ha a la memoria ridutto un accidente che alora occorse. Ed a ciò che voi meglio intendiate il successo del tutto, vi dico che nel tempo che Ottaviano Fregoso collegato con francesi governava il dominio di Genova, gli Adorni, accordatosi col duca di Milano, avendo in lor aita Prospero Colonna capitan generale in Italia cesareo, andarono col campo imperiale a Genova, e per forza entrati dentro la cittá, quella espugnarono e tutta senza pietá dirubarono. E tra l’altre cose fu rubata una figliuola molto bella, d’etá di nove o dieci anni, nobile dei primi di Genova, e fu per mare condutta in Spagna, ove crescendo in beltá e grazia, essendo in etá di quattordici anni piacque molto a un figliuolo del duca d’Alva. Tenne adunque modo il giovine d’aver la rapita fanciulla