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menica l’acerbissima passione del Salvator nostro, benedir cosi sovente le case e campi vostri, segnar col segno del barone san Bovo le vostre bestie e tutto il di far orazion per voi, e in digiuni e vigilie la notte quando posar deverei, macerarmi, pigliar discipline, far altre mie divozioni ; se voi, uomini e donne, grandi e piccioli, pieni d’ogni sceleraggine, fate de la casa di Dio una stalla? E chi saria di voi che volesse comportare che un vostro vicino od altri venissero in casa vostra a far cotesti vagheggiamenti eh’ io veggio far qui dentro nel cospetto di Dio ? Certo, per quella eh’ io me ne creda, nessuno ; anzi ciascun di voi pigliarebbe l’arme in mano e vorria ammazzar qualunque persona ardisse venirvi. Ora se voi noi comportareste in casa, volete che Iddio ve lo comporti dentro il suo santo tempio che è la casa sua propria, ne la qual si deve star divotamente ai sacri e divini uffici ? Attendete bene a ciò eh’ io vi dico ora cd aprite ben gli orecchi, gente del diavolo che voi séte. Pigli ciascuno le mie parole con quel buon animo che io le dico; guardate ben bene che non entrino per un’orecchia e se n’escano per l’altra. Tenetele a mente e fate che vi restino scolpite nel mezzo del core, cercando tuttavia d’emendarvi e far penitenza del vostro peccato, altrimenti guai a voi ! Io vi dico, io v’affermo, io ve lo annonzio, che Iddio per i peccati vostri è tanto adirato contra tutti voi che ha deliberato, non veggendo per l’avvenire emenda nei fatti vostri, di darvi cosi fiero ed acerbo castigo che restarete per essempio a tutto il paese bresciano e a tutta Lombardia, e ovunque anderete sarete mostrati a dito per i piú tristi e scelerati uomini del mondo. E questo castigo apparterrá a tutti. Questi bravi che hanno il cervello sovra la berretta e non stimano né Dio né santi, oh come saranno puniti ! I ladri che tanti ladronecci tutto ’l di fanno per le possessioni e case di questi e quelli, pagheranno amaramente i furti loro. A le gavinelle e fraschette di queste donne giovani che quando sono in chiesa e che doveriano star divotamente agli uffici divini e dir la corona ed il rosaio, stanno a frascheggiare e con gli occhi alti a vagheggiar i lor innamorati e veder quante mosche volano per l’aria, buon prò li sará se non