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PARTE SECONDA

tanto sgridò e spaventò ciascuno che ai giovanacci e fanciulle aveva fatto tanto paura che ogni volta che alzavano gli occhi, pareva loro aver don Faustino a le spalle ed esser da breviario o candeliero percossi. Non molto dapoi venuta la festa de la sacra de la chiesa, che appo tutto ’l popolo era in grandissima riverenza, perché quei di tutti gli uomini e donne grandi e piccioli sogliono unitamente trovarsi a la messa, deliberò il sere, veggendo la chiesa piú che mai piena e quivi tra l’altre la sua inzuccherata Orsolina che gli aveva cavato il cor del corpo, colorir ed incarnare il suo dissegno. Avendo adunque alquante parole dette in commendazione e lode de la santa consacrazione del tempio, e mostrato loro come gli antichi profeti e patriarchi ebrei con tutto il popolo israelitico con grandissima ed inestimabil solennitá e meravigliose ceremonie celebravano la dedicazione del tempio, ad imitazione dei quali la santa e catolica Chiesa fa il medesimo, in fine cosi disse loro: — Uomini miei e donne nel sangue prezioso di Cristo da me come figliuoli diletti, voi ben sapete che io infinite volte, come era ed è mio ufficio e debito, v’ ho ripreso e fattovi quella amorevole e caritativa correzione che Iddio m’ ha inspirato, e dettovi che questi vostri innamoramenti e cotesto tanto vagheggiar che voi di continovo in chiesa a le messe ed agli altri divini uffici fate, è in grandissimo dispiacere a nostro signor Iddio, perciò che egli ha detto la sua santa casa esser luogo d’orazione, e voi, sciagurati che séte, la fate una spelonca di ladri. V’ ho medesimamente detto che quando Iddio pazientemente v’averá per alcun tempo sopportati e che vederá la sua

pazienza esser da voi beffata, perseverando voi ne le triste e

sconcie opere di mal in peggio, che egli contra a voi s’adirerá e corruccioso, messa la sua pazienza da canto, adopererá il bastone de la giustizia e in modo vi percoterá che guai, guai a voi ! Ma il tutto è pur stato indarno fin qui, e dubito di peggio

per l’avvenire, cotanto vi veggio avvezzi al male. Guai a voi,

guai a voi, miseri meschini, che ve ne state ridendo e facendovi beffe del mio dire e non sapete il castigo e flagello che Iddio giá v’ha preparato. E che mi vale, oimè, leggervi ogni do-