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quale giá lungo tempo è che dentro le case del signor Lucio Scipione Attellano fu narrata da messer Niccoloso Baciadonne, che molti anni nel regno d’Orano aveva mercadantato e ricercate assai regioni e luoghi di Affrica. Egli per esser uomo che di molte cose rendeva benissimo conto e molto agli auditori da cui volentieri era ascoltato sodisfaceva, essendo in Milano ed avendo col gentilissimo Attellano cenato, a la presenza d’alcuni altri gentiluomini che di brigata erano la narrò. Per questa novella, signora mia, voi conoscerete che anco sovente tra le nazioni barbare s’usano de le lodevoli cortesie. Degnate adunque con la solita vostra umanitá e gentilezza accettarla e farmi questo favore che io del vostro nome possa prevalermi. E basciandovi le dilicatissime mani, ne la buona grazia del valoroso vostro consorte, il signor Rodolfo Gonzaga marchese, e vostra inchinevolmente mi raccomando. State sana.

NOVELLA LVII

Una cortesia usata da Mansor re e pontefice maomettano di Marocco ad un povero pescatore suo soggetto.

Non accade, signori miei, usar meco queste preghiere con tanta cortesia ed umanitá a ciò che io alcuna cosa notabile di quelle che in Affrica ho vedute vi narri, oltra quelle che giá da me udite avete, ché cose pur assai d’essi affricani e dei costumi loro e de la varietá de le lor religioni v’ho dette. Essendo adunque io prontissimo di farvi cosa grata, vi dico che quando io era fanciullo, non passando ancora quindeci anni, mi partii da Genova mia nobile e famosa patria ed in compagnia di messer Niccolò Cattanio gran mercadante navigai in Barbaria, e seco arrivai nel regno e cittá d’Orano posta sul mare Mediterraneo, ove praticano assai i nostri genovesi e v’ è una contrada nomata da tutti la « loggia dei genovesi ». Era il Cattanio in grandissimo credito in quella cittá e molto accetto al re di quella, ed aveva molti privilegi ed immunitá ottenute da lui, il perché mercadantava e maneggiava gli affari suoi con grandissimi avan-