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quella appartenenti pensate, conoscendosi chiaramente che quelli che cosi di leggero danno la sentenzia hanno riguardo a poche cose e sempre errano. Si disse poi che la natura n’aveva dato due orecchie aperte e senza ostacolo alcuno a fine che il tutto agiatamente potessimo udire; ma che a la lingua aveva opposto duo bastioni a ciò che l’uomo prima che parli, abbia tempo di considerar tutto ciò che intende di voler dire e poi rompa gli argini, che si fa aprendo i denti e le labra. Su questo l’eccellente dottor di medicina, gentiluomo de la vostra cittá, messer Girolamo Roberto che spesso si ritruova in Milano e sempre alberga in casa de la detta signora, disse : — Io vo’ narrarvi brevemente a questo proposito una novella che non è molto avvenne in Brescia, ove vederete che se uno avesse tenuti chiusi i denti con le labra, non averebbe dette le sciocchezze che disse. — E cosi narrò la novella. La quale essendomi paruta assai festevole, ho voluto che vostra sia, sapendo che d’ora in ora piú manterrete il vostro buon costume di non esser facile a giudicare né dir altrui male, appresso a tante altre eccellenti doti e vertu che in voi sono. State sano.

NOVELLA LIV

Il Boientis repudia la moglie che si rimarita e poi anco esso Boientis la ripiglia pensando il suo rivale esser becco.

Io mi son trovato, valorosa signora, altre fiate in casa vostra e di varie cose sempre ho sentito ragionare e narrarsi di molte novelle, ed assai sono stati quelli che novellando hanno ricerco quasi tutta la bella Italia, ma de la patria mia non so se ragionato si sia. Il perché volendo ora dirvi quella novella che v’ ho promessa, mi conviene entrar in Brescia, fertile ed onorata cittá, e dirvi un piacevol caso in quella avvenuto, il quale ancora che svogliati ne siate, penso che vi fará ridere si per la persona di cui parla che molti di voi conoscete, ed altresi ché la novella di cui v’ intendo ragionare mi pare solazzevole e degna de le vostre festevoli risa. Ed essendovi di quelli, come s’ è detto, che volentieri