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il perfido e disleal marito boccone trapassato su il quasi morto corpo de l’ infelice moglie. Conobbero subito che la donna non era ancor morta. Il perché levatola di peso e postola sovra un altro letto, fecero venir un cirugico, il quale veggendo le profondissime piaghe de la donna quelle medicò, ma disse che piú d’uno o dui giorni non viveria. Ella alquanto in sé ritornata, fece chiamar uno dei sacerdoti di San Giorgio e confessossi, di core perdonando al marito, non potendo sofferire che nessuno di lui dicesse male, non incolpando altro che la sua disgrazia. Fece testamento e lasciò tutto il suo a la figlia che del primo marito aveva, e volle morendo ne la chiesa di San Giorgio esser ne la sepoltura del Barza seppellita. La matina saputasi questa nuova per Mantova, monsignor illustrissimo e reverendissimo nostro ci mandò per informarsi del caso messer Sigismondo Fanzino suo gentiluomo, al quale la buona donna tutto quello puntalmente riferí che io ora v’ ho narrato. Ella divotamente ricevendo i santi sacramenti de la eucarestia e de l’estrema unzione, passò di questa vita e come ella aveva ordinato, a lato al suo primo marito fu seppellita. Il corpo del malvagio albanese con eterno biasimo di tutte le donne mantovane fu strascinato fuor de la cittá e come meritava fu lasciato per cibo di cani e di lupi. Chi vorrá adunque dire che questo non uomo ma fiero mostro abbia mai amato si bella, si gentile e si costumata donna com’era questa nobilissima greca, a cui degnamente conveniva il nome di Reina, perciò che ella è stata reina di vera onestá e di buon costumi? Veramente egli non l’amava. Il perché potrassi senza bugia dire che non era amore ma furore, non benevoglienza coniugale ma rabbia strana e barbara. Cosi guardi Iddio tutte le donne generalmente da le mani di questi mariti maledetti e bestiali, perciò che queste cosi fatte gelosie a la fine riescono in estreme pazzie, come per quello che da me è stato detto di leggero potete aver compreso. Onde io sarei d’openione che fosse men male ad ogni donna d’ ingegno capitar a le mani d’un pazzo che d’un geloso, imperò che i pazzi come sono per pazzi conosciuti, si può a le lor pazzie facilmente provedere, e tenendogli in casa in una camera