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ed amata mia sorella, avendo io la perduta liberta e la vita insieme, e tu il tuo caro fratello che giá come morto piangevi, ed appresso il tuo onore che sul tavoliero stava a beneficio di fortuna, fermato e messo in salvo, è necessaria cosa, se dai nostri nobilissimi avi tralignar non vogliamo ed esser per disleali, disconoscenti ed ingrati móstri dal volgo a dito, che noi troviamo mezzo, quanto le forze nostre portano, di sodisfare in parte a tanto beneficio dal Salimbene ricevuto. E quando io vado investigando e pensando se si può venir in cognizione a che fine e per qual cagione egli a far si cortese e liberal atto mosso si sia, dopo molti e molti pensieri che diverse volte sovra ci ho fatto, mi son afermato in questo, che tu sia quella il cui amore, per i segni che per il passato in lui ho veduti ed al presente considerati, l’abbia indutto ad usar cosi magnanima liberalitá. Il perché tu non dèi volerti far ingrata né anco me similmente render villano, potendo di leggero per te e per me sodisfare. Mi pare adunque, quando io il tutto diligentemente ho discorso e che beni de la fortuna in noi non sono col cui mezzo possiamo il debito pagare, che tu ti deliberi la persona tua liberamente in potere e total arbitrio d’ Anseimo Salimbene mettere, perciò che avendo egli per amor tuo liberato la vita mia da la morte, tu a lui obligata resti, ed io a luí e a te mi confesso de la stessa vita debitore. Ma sodisfacendo tu in questo modo, e te e me da l’obligo quanto per te si può liberi ed assolvi, ché avendo egli tanto con effetto dimostro averti cara, abondevolmente sodisfatto si troverá. Io dopoi porto fermissima openione che non essendo tu ancora sua, se tale e tanta dimostrazione ha fatto per te e tanto ti ha apprezzata, che vie piú ti averá cara e maggiormente ti stimerá quando tu sarai in suo potere, essendo, come egli è, d’animo gentile e generoso. E non credere, sorella mia amabilissima, che amore si a dentro nel core del Salimbene penetrato ed abbarbicato si fosse, se tal trovato non l’avesse quale io ti dico, cioè umano, gentile, nobile e cortesissimo, il quale sempre piú stimerá ogni tuo contento che qual altra cosa egli abbia. Ma sia come si voglia, altro modo non veggio di sodisfar a l’obligo nostro che