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umanamente cosi gli disse : — Giovine lombardo, se questi fiori che ora noi abbiamo in mano vi fossero donati a fine che voi liberamente ne facessi ciò che piú vi aggradisse, o vi fosse detto che voi ne faceste cortese dono a quella di noi altre donne che qui o altrove siano che piú vi piace, diteci, di grazia, a cui voi gli donareste o vero ciò che ne fareste; e diteci, vi preghiamo, liberamente e senza rispetto veruno l’animo vostro, perciò che ne farete cosa che molto ci piacerá. E a questo vi astringiamo per quanto amor portate a quella donna che piú amate, ché pure pensiamo che, essendo giovine, non si debbia credere che siate senza amore. — Quando messer Filippo senti la soavissima voce de la reina cosi dolcemente ferirli l’orecchie, ed udi astringersi per amor di colei che egli amava da chi unicamente e infinitamente non solo amava ma riveriva e adorava, andò quasi fuori di se stesso, tanta fu la dolcezza e tanto il piacer che si senti nel core, e di mille colori si tinse nel viso, e da soverchia e non piú gustata gioia ingombrato, fu quasi per isvenire e non poter rispondere. Pure raccolte le forze e a la meglio che puoté preso ardire, a la reina rispose con bassa e tremante voce cosi : — Poi che, madama serenissima, la vostra mercé vi degnate di comandarmi, oltre che infinitamente vi ringrazio e sempre vi resterò con eterna obligazione, son presto a dire sincerissimamente l’animo mio, perciò che debbo aver di sommissima grazia di poterlo palesare; onde essendo cosi vostro piacere, pur lo dirò. Dico adunque con ogni debita riverenza che non solamente qui e al presente, ma in ogni tempo e luogo ove io mi ritrovassi, altro di essi fiori non disporrei se non tali quali fossero, e quanto fossero piú belli e cari tanto piú volentieri, che quelli senza fallo sempre a voi sarebbero umilmente da me presentati, non perché voi siate reina e d’altissimo legnaggio che tuttavia è grandissima cosa, ma perché séte donna rarissima anzi unica e d’ infinite doti ornata, ed altresi perciò che per vertú e per meriti il valete, e molto piú che esser onorata di cosi picciolo dono, come quella che piú che altra donna eh’ oggi viva — siami lecito con veritá questo dire — è l’onore e l’unica gloria del sesso feminile di questa