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citta fiorivano. Ora essendo il Ventimiglia fermato in N a poli, avvenne che facendosi una grandissima festa ove si trovavano quasi tutte le prime donne de la citta, egli vide una bellissima giovane di venti anni, che si chiamava la signora Lionora Macedonia, maritata nel signor Giovanni Tomacello, uomo assai . g iovine e ricco. La signora Lionora nel vero era una de le belle e vaghe gentildonne di Napoli, ma tanto superba e si schifevole che ella non averia degnato di far buon viso al re, e da tutti era chiamata per sovranome «la sdegnosa». II Ventimiglia, che era poco tempo che in N a poli aveva preso la stanza e non conosceva molto le donne, giudicò l’ anima de la Macedonia dever esser conforme a tanta belta quanta in lei .vedeva, non possendo imaginarsi che crudelta albergasse con cosi vago volt o. Onde nei lacci d’amore per lei irretito, deliberò usar tutti quei mezzi che per amante alcuno fossero possibili ad usare, a ciò che l’amor de la donna ne acquistasse. Egli era in Sicilia molto ricco di patrimonio e nel R egno aveva paTecchie migliaia di ducati d’entrata. Cominciò adunque a passarle spesso dinanzi a la casa, e quando gli era la fortuna favorevole che veder la potesse, le faceva sempre onore e riverenza, ma di modo che a nessuno dava di sé sospetto. Se festa si faceva ove ella andasse, egli vi compariva molto ben in ordine e si sforzava con ogni modestia farla del suo amor avvista, e cercando con la vista di lei pascer gli occhi, faceva le sue amorose fiamme assai maggiori. Se si giostrava o bagordava, nessuno meglio in punt o vi veniva di lui , il quale essendo quanto altro che ci fosse prode de la sua persona, sempre ne portava grandissimo onore. Come ella si faceva dal sarto tagliar vestimento nessuno, egli che aveva per tutto le spie, di quei medesimi colori sé e la sua famiglia vestiva e de la m edesima foggia i cavalli faceva coprire. Quando ’ . s armegg1ava, egli dinanzi a la baltresca ove ella sedeva, sovra gagliardi e ferocissimi cavalli si faceva ved ere e quelli destrissimamente spingeva, ritir ava, faceva levar in alto con tutti quattro i piedi , f aceva balzare, girarsi ad ogni mano e spesso saltar oltr a le sbarre, di tal mani era che quanto ogni gran cavalcatore sappia fare era da lui leggiadramente fatto. E perciò che