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NOVELLA XXI 6r non si potendo levar di core l’ infinita bellezza di Lucrezia e mai ad altro non pensando se non come farebbe per adempir il suo disonesto appetito, e quanto piu su questo pensava tanto piú ,sentendosi di desiderio accendere di goder la cosa bramata, deliberò, avvenissene ciò che si volesse, meschiando la forza con l’ inganno, giacersi con Lucrezia e di lei amorosamente prender piacere. Passati adunque alcuni pochi giorni e sempre piu sentendosi arder da cosi disonesta voglia, un di sul tardi, senza far motto ai fratelli né ad altri, si parti dal campo e dritto se n’andò a Collazia a dismontar in casa di Collatino, ove Lucrezia sua moglie dimorava. La quale veggendo il figliuolo del re e suo parente, benignamente e con gran cortes ia quello raccolse e domesticamente gli fece apprestar la cena. Egli veggendosi avanti agli occhi quella che tanto goder bramava, fu piu volte vicino per forza a saziar il suo sfrenato appetito e prender di lei quel piacere cui senza pareva che v~ver non potesse. Nondimeno deliberò aspetta:r che ciascuno fosse a dormire ed ogni cosa in casa acquetata. Lucrezia alquanto dopo cena quello a la camera accompagnò, facendogli tutto l’onor e compagnia grata che a figliuolo di re era conveniente. Ora poi che Sesto stimò che il tutto in casa fosse in silenzio, levatosi di letto, se n’andò chetamente verso la camera ove egli sapeva che Lucrezia albergava, e l’uscio con suoi ingegni soavemente aperto, al letto ove ella dormiva s’accostò. Egli aveva in mano una spada nuda e con quella avvicinatosi al letto, veggendo che Lucrezia punto non si destava, con la sinistra mano alquanto la scoperse, e posta la mano sopra il petto di lei, la destò e le disse: - Svegliati, Lucrezia, e taci, ché io son Sesto Ta:rquinio. Se tu averai ardire di parlare, io con questa spada che in mano mi vedi ti segherò le vene de la gola. Ardeva in camera un picciol lume, per il cui splendore Lucrezia cosi dormendo a l’ innamorato e furioso giovine pareva piu bella che veduta gia mai per innanzi l’avesse. Ora come ella si senti metter la mano sovra il petto, subito si :risvegliò e tutta tremante disse: - Oimè, che cosa è questa? ove son io? chi è la? - Il giovine, che tutto ardeva d’amore, le cominciò a narrare le sue passioni amorose e