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del re suo marito. Di questa sua mala sodisfazione non si lamentava ella con persona, anzi se talora alcuno le faceva motto degli amori del re e de le donne con le quali egli teneva pratica, ella, come saggia che era, mostrava non curarsi ed altro non rispondeva se non che dal re suo marito e signore era benissimo trattata e tenuta cara, e che tutto ciò . che da quello si faceva era ben fatto, perciò che egli era padrone e signore di tutto. Erano alcuni dei baroni ai quali molto dispiaceva questo modo di vivere che il re teneva, perché non avendo egli figliuol nessuno legitimo, pareva loro molto di strano che non curasse di procrear un legitimo erede e successore al suo nobilissimo reame. E di questa trascuraggine del re era nel popolo una grandissima mormorazione, ed ogni di ci era chi a la reina se ne lamentava. Ella non sapeva che altro dire se non che ciò che il r·e voleva, ella anco voleva. Nondimeno le pareva pure che gran cosa fosse che il re si poco si curasse di lasciar un erede dopo la morte sua. Da l’altra banda essendo pur ella di carne e d’ ossa come l’altre femine sono, le era molto duro a sofferire che il re si malamente la trattasse e che piu d’alcune altre donne si curasse che di lei, le quali seco non erano da esser ·parangonate né di bellezza né di sangue né di costumi. E cosi entrandole nel petto il veleno de la gelosia, cominciò fortemente tra sé a dolersi de la vita che il re menava. Tuttavia non le parendo onesto con altri dolersene, piú volte, quanto piu modestamente seppe, con il re se ne dolse; ma ella cantava a’ sordi. Il re, nulla curando le vere lamentazioni de la reina, andava dietro al viver suo consueto, ed oggi con questa e dimane con quella de le sue favorite donne si dava buon tempo. La reina, a cui onesta gelosia aveva aperti gli occhi, cominciò con piú diligenza del passato a spiar le azioni e gli amori del re, e di leggero s’accorse che quello un suo fidatissimo cameriere aveva, il quale, consapevole de l’animo del padrone, era colui che secondo il voler di quello ora gli conduceva questa femina, ora li menava quell’altra e nascosamente le faeeva entrar nel palazzo e mettersi in alcuna camera; poi quando il re si ritirava per dormire, il detto cameriere gli metteva a lato