Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/390

PARTE SECONDA rogò se aveva conoscenza d’un Gerone Sasso che, per quello che per tutta la citta sonava, era un famoso ribaldo e tra l’altre sue sceleratezze aveva fama che in cuocer ·ed affinar veleni era senza pari. Era ancor publica voce che volendo provar una composizione che fatta aveva di certo veleno, che l’esperimentò in una sua fantesca, che piu di venti anni era servente in casa di lui stata, la quale in breve spazio mori. Io mi trovai un di presente che un gran signore gli disse: - Gerone, tu desti pur quella volta un bon salario a la tua fante che tanti anni t’aveva servito, quando con quattro gocciole d ’ acqua che tu stilli la mandasti a l’altro mondo. Non ardi il manigoldo a negarlo, ma sogghignando faceva vista di burlar·e. Ma torniamo al greco, il quale a Cinzia rispose che lo conosceva familiarmente. Vorrò soggiunse ella - un servigio da te, e quando sara tempo te lo richiederò. Pensò Cinzia dopoi non voler usar piu l’opera del greco, perché era troppo domestico di Camillo, e sovvenutole poi di Mario Organiero ch’aveva fama anco ei di cuocere e distillaTe acque mortifere, le quali in due o tre giorni, senza segno esterior e, a berne nel vino o in altro modo, ammazzavano chi ne beveva, a lui deliberò ricorrere. E perché Mario era suo amico, ella gli scrisse un bollettino, fingendo certe sue favole, che astretta da un gentiluomo era sforzata pregarlo çhe le volesse daTe un cucchiaro de la sua acqua, affermandoli che la cosa sarebbe segretissima e che di questo ella ne guadagnava cinquanta scudi d’oro. Sapeva Mario che Camillo s’era levato da la pratica di Cinzia e, veduto la lettera di quella, dubitò che ella forse avvelenar lo volesse; il perché trovatolo gli disse: - Io non so chi abbia persuaso né dato ad intendere a Cinzia che io distilli ac que velenose, non essendo mio mestiero. Né anco vorrei saperlo fare ! Che Dio da simile sceleraggine mi guardi. Ma perché io mi diletto di cuocere e distillar acque odorifere e f.ar degli ogli odorati e componere lisci e belletti per donne, alcuni m’hanno data questa mala fama. Che Dio tanto faccia lor tristi quanto desidero io esser buono. Ora vedi ciò che Cinzia mi scrive , ché se ella volesse altra acqua che velenosa, non acca.:ierebbe che mi dicesse d’esser segreta e che ne guadagnera cinquanta scudi. -