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f NOVELLA XL credere che se pure effetto veruno d’amore era seguito tra Giulio e Cinzia, che ella ne fosse cagione ed avessevi tirato Giulio per forza. E tuttavia con questo, troppo duro gli era a sofferire che da un si ~aro amico si trovasse di cotal guisa offeso. Sogliono ordinariamente tutte l’ ingiurie a chi le riceve esser noiose e gravi a sopp ortare; nondimeno gran differenza mi pa·re che sia da la offe sa che ti fa il tuo nemico, a par di quella che da l’amico si ricev e. Fa l’inimico il suo ufficio quando il suo avversario offende; ma ch e colui che tu amico tuo credevi ti si volga incontra e sotto la fede de l’am icizia ti faccia nocumento , perciò che cotestui manca del debito, troppo altamente cotal impresa il suo velenoso daTdo nel core impri~e, e si rende a so pportar difficile. Nondimeno la prudenza de l’uomo, se vuole, a tali accidenti sa prove-. dere e fa che la ragione do mina. Ora parend? troppo duro a Camillo che l’am ic o su o di questo modo concio l’avesse, poi che v’ebbe pensato e ripensato, essendo gia alquanti anni ch e egli aveva la pratica di Cinzia, essend one ogni di con agre riprensioni da’ suoi rip"gliato ed il vescovo de la citta, uomo di santa vita, avendolo piu volte fatto pregare che ornai finisse simil pratica , che oltra la offesa di D io gli era di danno e disonoTe , gli parve che questa occasione fosse co nvenevol mezzo a mettersi in liberta, e si deliberò piú tosto perder la conversazione di Cinzia che l’amicizia di Giulio. Onde a Cinzia scrisse una lettera di questo tenore : « Cinzia, non pensare con la tua ingorda ed insaziabil li bidine poter mai esser da tanto ch’ io debbia abbandonar un gentiluomo, mio amico e piu che fratello, tirato a forza da le tue false lusi nghe e puttaneschi modi e da la shenata tua rabbia a giacersi teco. Io voglio ch’ ei sia piu mio che mai, e l’amerò e riverirò come strumento divino de la mia ricuperata liberta, conoscendo ora l’ indegnita de la mia servitu. E qual io mi sia, non pensar piu a’ casi miei né far piu so pra di me per l’avenire alcun fondamento . Ora sei in tua liberta e puoi di notte e di di far venir a giacersi teco chiunque tu vuoi. Ed ancor ch’ io potessi con giusta ragione grandemente dolermi e rammaricarmi di te, nol vo’ fare. Bastimi che a te mi toglio ed eternamente ti lasci o, con pensata deliberazione mossa da certi e conven evoli rispetti ». -