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PARTE SECONDA forte si meravigliò de la venuta sua e levatosi in piede le disse: Ben venga madama la contessa. E che buone novelle vi conducono a quest’ora si calda? - Ella alora, fatta la debita riverenza, con tremante e bassa voce rispose: - Eccovi, monsignor mi o, la vostra tanto desiata Aelips, che pentita de la sua durezza e schivezza è venuta a farvi la convenevol ·riverenza e star una pezza con voi, e tanto piu e meno quanto a voi piacera. Egli come senti che Aelips con la madre era e quella, che tra le donzelle sue vergognosa e sdegnosetta se ne stava, vide, restò di tanta gioia pieno che in se stesso non capeva, né mai tanto piacer gli pareva aver sentito. Onde a quella, che i begli occhi a terra chini teneva, s’avvicinò dicendole: -Ben venga la vita e l’anima mia, e quella, mal grado di lei che ritrosa si mostrò, a la meglio che puoté basciata, la prese per man o. Chi potrebbe gia mai dire la grandissima sodisfazione e gioia inestimabile del re e l’e-strema mala contentezza e noia infinita di Aelips? Al re pareva esser in paradiso e nòtar in un ampio mar di contentezza, ed a la giovane sembrava esser ne l’ inferno, immersa in quel penace fuoco. Ora veggendo il re che ella tutta tremante e vergognosa aveva a sé ritirata la mano e che d’una sola parola non gli a veva fatto motto, pensò che per la presenza de la madre, donzelle e cameriere ella cosi ritrosa se ne stesse. Il perché presa la contessa per mano e dettole che le donne facesse seguire, verso le sue stanze ei prese il camino, e cos i per le strade segrete tutti pervennero dentro la camera reale. Era di modo il giardino col palazzo situato che per vie segrete poteva il re al fiume discendere ed in camera tornarsene senza esser da persona veduto, se non da quelli che egli seco condu ceva. Essendo adunque tutti in camera, il re a la contessa disse : - Madama, con vostra buona grazia, la signora Aelips ed io entraremo per ragionar insieme in questo camerino. E presa quella per la mano, molto cortesemente l’ invitò che quivi entro seco entrasse. Aelips tutta vergognosa, fatto un animo da lione, v’entrò, e il re come dentro la vide, l’uscio del camerino col chiavistello fermò. Non ebbe il re la porta piu to sto chiusa che Aelips, a ciò che egli non le facesse violenza,