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che sperimentare se non buttarmi, conte mio caro, ne le vostre braccia. Voi la vostra mercé al tempo di mio padre piu e piu volte in mille imprese che non meno di periglio che di gloria avevano, e poco avanti in Scozia per me ed in Francia, abondev olmente il sangue vostro avete offerto e talora anco sparso. Voi - e chi lo sa meglio di me? - in molti perigliosi casi, d’ottimo consegli o sovvenuto m’avete e mostratomi il dritto camino per condur l’ im-prese al piu facil e desiato fine, né una volta sola a farmi servi gio e profitto vi sète ritroso o stracco mostrato gia mai. E ,perché da voi dunque non debbo in tanto mio bisogno sperar tutta quella aita che uomo da uomo aspettar possa? chi sara colui che le .sue parole mi neghi a favor mio spargere, se gia a mio profi tto il sangue ha sparso? Io, o conte, altro soccorso da voi non voglio che di parole, le quali se faTanno quel frutto che io, se vorrete voi di buon cor servirmi, aspetta-r posso e sperare, vosco m’affero il mio reame partire e farvene tutta quella parte che ·piu vi sara a grado. E se fOTse ciò ch’ io vi chiederò vi parra troppo duro a mandarlo ad essecuzione, considerate, vi prego, che un servigio tanto è piu gradito quanto con piu difficulta si fa, quanta piu fatica vi si dura e pena vi si mette, e quanto piu di travaglio e di sconcio piglia colui che vuoi l’amico suo servire. P en sate medesimamente quello che sia aver un re in abbandono, del quale ad ogni vostra voglia possiate prevalervi e disponer il tutto come piu v’aggradira. Voi avete quattro figli uoli maschi, né a tutti onoratamente sodisfar potete, onde io v’ impegno la fede mia che ai tre ultimi di stato tale provederò che mai non porteranno al maggiore invid ia. Voi sapete pure com’ io so gratificare chi mi serve. Pertanto, se a voi di ciò che da voi desidero parra quello che a me pare, in breve vederete il frutto ch e ve ne seguira; ché se io non sono stato agli altri ingrato, a voi meno sarò, ne le cui mani metto la vita e la morte mia. · In questo parlare il re da gravi singhiozzi subito impedito e da caldissime lagrime sovrapreso, non possendo piú favellare, si tacque. Il conte, udite le parole del suo re che non mezzanamente amava, e le lagrime vedute che d’ interna e gravissima passione facevano manifesta fede, né