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del cortegiano .ed al disonesto ufficio di quello. Lo rese poi a l’ imperadore, il quale gliene rese grazie ·infinite e s’offerse dargli grandissimi doni. A cui egli rispose che non era venuto in quelle parti da si lontano paese per cupidigia di sangue né di roba, ma per sodisfar a l’onor suo e del nome genovese, al quale teneva aver integralmente sodisfatto. A la fine l’ imperadore promise di dar un fondaco a la nazion genovese in Trebisonda con privilegi amplissimi, e che ne la facciata di quello farebbe inta · gliar tutto il successo di questa storia; il che integralmente essequi. E con il console di Caffa fin che viss-e ebbe sempre buona intelligenza, ché alora Caffa, cittá’ nel Mar Maggiore, era nostra colonia. Fu adunque sempre amico nostro questo imperadore e dopo lui tutti gli altri, fin che Maometto imperadore di Costaritinopoli l’ imperio di Trebisonda soggiogò. Cosi adunque Meguolo a sé ed a la patria, vendicandosi, acquistò onore e con i suoi compagni ricchissimo ritornò a Genova.