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NOVELLA . XXXVI cominciò andar per la contrada quinci e quindi riguardando, come fanno i fanciulli stranieri quando in luogo arrivano non piu veduto. Come . Lattanzio lo vide andar cosi vagabondo, giudicò che fosse alcun garzone che piu in Esi stato non fosse e che per aventura andasse cercando padrone; onde essendo giunto dinanzi a la vorta ov’egli se ne stava, gli disse: - Giovine, sei tu di questa terra? - Rispose Romulo : - Signore, io son romano, povero garzone - e diceva il vero perciò che era nato e nodrito in Roma, che dal sacco di Roma in qua ove perdei mio padre, ché gia di molti anni innanzi mia madre mori, me ne vado vagabondo, Né so dove, perché mi son messo a servir alcuni, e volevano ch’ io stregghiassi mule e cavalli, il che io per non ci esser avvezzo non so fare. Ho ben servito in Roma un padrone per paggio e attendeva a la persona sua e a la cam era , ma il povero signore nel sacco fu gettato ferito in Tevere e v’annegò . E perché io lo piangeva, uno spagnuolo m arran.o mi diede di molte busse. Di modo , signor mio, che io la faccio molto male. Se tu vuoi - disse alora Lattanzio restar meco e com e tu dici servirmi, io ti terrò molto volentieri, e se tu mi sodisfarai, io ti tratterò di modo che s empre di me ti loderai. Signore, io ci starò - rispose Romulo, né altro voglio da voi se non che secondo la mia servitu sia da vo i riconosciuto. E cosi entrò in casa col padrone e attese con tanta diligenza, destrezza e politezza a servire che in pochi gi orni spense ne l’animo del padrone il de sid erio del perugino. Lattanzio meravigliosamente se ne contentava e si gloriava d’aver trovato il piu gentile, costumato e discreto paggio che mai fosse , e lo vesti galantemente, e tra l’altre vestimenta ch e gli fece · lo vesti da capo a piedi tutto di bianco. Ro mulo si riputava fe licissimo, parendogli d’esstt in paradiso. Ora, come gia avete sentito esso Lattanzio ardentissimamente amava Catella figliuola ’ di Gerardo Lanzetti, ed ogni di le passava dinanzi a la casa, mostrandole con atti e con cenni che per lei mise ramente ardeva . Catella ancor che gli mostrasse buon viso, nondimeno molto di lui non si curava né ancor a le fiamme amorose apriva il petto. Egli l’aveva mandate lettere, messi ed ambasciate, ma