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non , credo che passassero quattro anni che tu non n’averesti trovati vivi duo o tre mila al piu. E il duca di Borbone dei reali de la Francia, che da FTancesco primo di questo nome re di quel !fegno era stato fatto il maggior uomo che si fosse, ed es- .~ sendosi fatto ribello al suo re s’era messo ai servigi di Carlo d’Austria imperadore, fu il primo a sofferir la pena del peccato che faceva fare; che essendo generai capitano de l’essercito impeTiale, prima che potesse aver allegrezza di veder presa Roma, fu d’una archibugiata miserabilmente morto. Ed ancor che la maggior parte dei saccheggiatori e rubatori co si de le cose sacre come de le profane e violatori de le sacre vergini mariali fossero , come s’ è detto, nemici de la fede di Cristo, nondimeno quelli che gov,ernavano non :potevano tanti sacrilegi, incesti, stupri, omicidii ed altre sceleraggini vietare e pensare che molti e molti per la violata religione sono mal capitati ? Non si Ba che il magno Pompeio, uomo eccellentissimo, dopoi che in Gerusalem violò il santo tempio di D io, sempre andò mancando de la solita sua grandezza, né piu fece imp resa alcuna che fosse da esser ag·guagliata a tante sue imprese fatte per avanti, per le quali tanti trionfi meritati aveva? Ma dove mi lascio io trasportare? Voi non eravate gia qui né io venuto ci sono per .pianger le rovine di Roma. M a avendovi io promesso di narrarvi una novella, vi dico ch e in Roma, quando fu dagli imperiali presa ed andatoci a sacco ogni cosa, vi fu fatto prigione un marchiano da Esi, mio compatriota, detto per nome Ambrogio Nanni, uomo d’oneste ricchezze e lealissimo mercadante, a cui per la morte de la moglie erano restati dui figliuoli, un maschio ed una femina, nati in Roma. Erano tutti dui oltra ogni credenza bellissimi e tanto simili l’uno a l’altra e l’altra a l’uno, ch e vestiti tutti dui da uomo o da donna era molto difficile il co noscerli. Onde il padre istesso, che talora peT trastullo gli faceva ora a un modo ed ora a un altro vestire, non gli sapeva co noscere. E per esser nati a un parto erano d’ugual grandezza. A vevagli Ambrogio fatto imparar lettere e sonare e cantare e tanto bene accostumare quanto l’eta loro comportava. Quando Roma fu messa a sacco erano d’anni quindici o poco !Pitl. Fu il