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NOVELLA XIV I9 de l’afflitto e dolente vecchio. Egli intendeva e parlava benissimo la lingua di quei popoli; il perché in questo modo gli rispose: Le pietose tue lacrime e le efficacissime preghiere procedenti da l’eccessivo paterno affetto voglio che appo me vagliano e m’inducano aver di te e dei tuoi figliuoli, contra il deliberato mio proponimento compassione. Né pensar gia che io da te mi reputi offeso, né da nessuno di questi e tanti altri quanti per a dietro di questa provincia ho avuti ne le mani e a tutti ·il naso tagliato e fatto levar via gli orecchi. L’ imperadore è quello che · di tanti danni e mali quanti in questi tre mesi ho fatto in queste bande, che è la sola cagione. Fui con superchiaria in casa sua battuto, e mai non volle darmi licenza che io a battaglia singolar mi vendicassi, anzi al mio nemico, suo ganimede, ha fatto tutti quei favori in dispregio mio che a lui sono stati possibili. Pertanto con questa condizione ti lascierò andar libero con i tuoi figliuoli, che tu nii .prometti la fede tua e mi giuri di portar a l’ imperadore e presentargli un vaso che io ti vo’ dare, il quale è pieno di nasi ed orecchie di quelli che a le mani capitati mi sono. Oltra questo io vo’ che tu gli dica come io sono Meguolo Lercaro genovese, e che ho deliberato non mi partir mai da queste contrade se prima egli non mi da ne le mani colui che in casa sua mi percosse. E poi anco vorrò alcune altre condizioni da lui. Il buono ·e avventuroso vecchio promise e santamente giurò di far con diligenza tutto quello che Me·guolo gli imponeva. Onde pigliato il vaso, lieto e di buona voglia con i figliuoli se ne andò a la volta di Trebisonda, ed appresentatosi a l’ imperadore, puntalmente a quello in presenza di quanti ci erano fece l’imbasciata di Meguolo. Dopo gli appresentò l’orribil vaso. Restarono tutti storditi insieme con l’ imperadore a si fiero spettacolo, né sapevano che dirsi, guardandosi l’un l’altro in viso. Quanto dis·piacesse a l’imperadore che il vecchio in publico gli avesse fatta simil ambasciata, non si potrebbe dire, perciò che troppo altamente gli doleva dar il suo favorito a Meguolo ne le mani, tenendo per fermo che subito sarebbe tagliato in mille pezzi. Gli doleva troppò il male che i sudditi suoi pativano ed erano tutto il di per sofferire, se a la