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2I2 PARTE SECONDA -disse il giovine - esser i sei giorni passati, ché io lungamente tra me ho pensato sovra questo e sono determinato di quanto mi piace di fare. Or via - soggiunse messer Ambrogio, un altro di ne parleremo a piu bell’agio. Ed andato l’uno in qua e l’altro in la, scrisse il fervente e sollecito amante a la sua innamO’rata quanto col padre di lei aveva ragionato, del che ella si trovò meravigliosamente lieta. Messer Ambrogio, pensando a quello .che il giovine chiesto gli aveva, dubitò che credendo di far amicizia e parentado non acquistasse una eterna nemicizia. Egli conosceva la diseguaglianza che tra le parti era, e giudicava cotal matrimonio non deversi fare. Il perché diligentemente al tutto lungamente pensato, ebb e modo di parlar con madonna Francesca - ché tale era il nome de la madre de l’ innamorato giovine - e puntalmente le narrò tutto il ragionamento che con il giovine era passato. Si trovò assai di mala voglia madonna Francesca di cotal nuova, e ringraziò pur assai messer Ambrogio che le avesse la volunta del figliuolo fatta intendere, e lo essortò a maritar Laura e non perder tempo. Si strinse ne le spalle il povero gentiluomo e si scusò dicendo che la possibilita non ci era e che Laura ancor era fanciulletta e non passava il tempo. Li domandò madonna Francesca quanto egli soleva dar di dote a le sue figliuole. A cui egli rispose: - Io, signora, ne ho maritate due e ho dato a ciascuna di loro mille ducati. Al presente mi resta Laura, a la quale vo’ dar il medesimo quando sara il tempo, ché volendola adesso maritare non averei il modo di pagar cento fiorini. Disse alora madonna Francesca: - Messer Ambrogio, a ciò che voi conosciate quanto m’è stato caro l’avviso che dato m’avete del desiderio del mio figliuolo, cercate partito uguale a vostra figliuola, e quant o piu tosto lo farete sara meglio; ed io vi presterò tutti i mille ducati de la dote, i quali voi mi restituirete con vostra comodita in cinque o sei anni. Né altr o da voi voglio che uno scritto di vostra mano . A questa si cortese e larga proferta rese messer Ambrogio quelle grazie che seppe le maggiori, e promise a ma donna Francesca non mancar d’usar ogni diligenza per maritar Laura. E cosi restarono d’accordio. Sollecitava tuttavia Gian