Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/208

signora Gostanza Rangona e Fregosa, avendoci pr,estato il soggetto Pittigliano sescalco, il quale di cosa che se gli domandi mai non dice di no, ben che rade volte segua l’effetto a le su e parole. Comandagli pur ciò che. tu vuoi, egli sempre ti risponderei che saTa fatto, o sia posS<ibile o impossibile quello che se gli ricerca. Onde in questi ragionamenti messer Stefano Coniolio canonaco agennense narrò una bella novelletta, la quale essendomi piacciuta scrissi e volli che sotto il vostro nome fosse dal publico veduta. Ella adunque sara testimonio eternamente de la mia verso voi osservanza. State sano. NOVELLA XXX L’abbate d i Begné fa una musica porcellina e prontamente risponde al suo re e si libera da una domanda. L’anno passato essendo io in Amboisa a la corte per gli affari di questo vescovado, sentii da un gentiluomo alvergnasco, che era molto vecchio e diceva esser stato paggio del re Lodovico undecimo, narrar molte cose memorabili d’esso Lodovico. E tra l’altr·e cose che diceva, narrava come era stato uomo che mirabilmente si dilettava di col oro che non trovavano cosa alcuna impossibile da esser messa in essecuzione, ancor che l’effetto alcuna volta non succedesse, e che sommamente gli piaceva che l’uomo vi si mettesse per approvar ciò che poteva <riuscire. Onde disputando un giorno a la presenza d’esso re monsignor l’abbate di Begné, uomo di grandissimo ingegno e musica eccellentissimo, de le vertu de la musica e de la doloezza de l’armonia, il re per burla gli domandò se egli, secondo che aveva trovato due o tre fogge d’ instrumenti musicali non piu a quella eta veduti, averebbe saputo trovar un’armonia di porcelli, credendo che l’abbate devess·e dir di no. L’abbate udendo la PTOposta del re, non restando punto smarrito e cadutogli in animo ciò che intendeva di fare, gli rispose molto allegramente: - Sire, se voi mi fate dar il danaio che bisognerei a far questa musica, a me da l’animo di farvi sentir una mirabilissima armonia che risulterei da la voce di molti porcelli,