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PARTE SECONDA codeste grandezze di sangue. Non :s’ è egli visto di grandi e magnifici uomini amar femine di vii condizione, e donne di grandissimo stato essersi a bassi uomini ed infimi ·servidori sottomesse? Di queste cosi fatte cose n’abbiamo tutto il di assai essempi. Si che per questo non mi debbo sgomentare, e tanto piú quanto che mi pa:re pur conoscere che Adelasia m’ama. E per Dio ! qual uomo sarebbe cosi rigido e severo, qual si duro gia mai che conoscendosi da si leggiadra e vaga giovane com’ è Adelasia amato, quella non amasse, anzi riverentemente adorasse ? Ché se gli occhi son del coTe assai spes·so messaggeri e per cenni loro l’interna voglia si può conoscere, io son certissimo che indarno non amo. Ma come potrò io le mie passioni faTle manif,este, se quando vi<cino le sono e penso il mio amor dirle resto muto e tutto tremar mi sento? Egli converra pure che io la lingua snodi e le mie mordaci cure le dica. Cosi viveva Aleramo ·e tra sé spesso pensava che modo terrebbe a manifestar il suo amore. Fra questo mezzo Rodegonda varie cose imaginando, pensava come segretamente !pOtesse al desiderio d’Adelasia sodisfare, la quale vedeva tutto il di per soverchio amore distruggersi. E poi che dia molti modi imaginati

5’ebbe, a la fine s’accordò ad uno che le parv·e il piu comodo

e di minor periglio. Onde un giorno, mostrando d’aver altre faccende, si fece chiamar Aleramo e dopo al·cuni proemi l’amore d’Adelasia gli discoperse, pregandolo ch’egli di persona del mondo non si fidasse, a ciò che non guaJstassero i fatti loro. Dopoi gli insegnò dò che far deveva _per ritrovarsi con la sua amante ; del che Aleramo si tenne il piu contento uomo che mai vivesse. M·edesimamente quando Adelasia da Rodegonda intese l’ ordine posto per poter essere col suo Aleramo, ella di soverchia gioia ne la pelle non capiva, fra sé dicendo: - Ora averò pur tempo di ragionar e starmi con colui che piú de la luce degli occhi miei amo; ora potrò pur dirgli quanta pena per lui soffro. Io gli diTò pur la tale e la tal · cosa, e seco tutte le mie acerbissime passioni disfogherò. Né meno di lei pensava Aieramo, il quale, venuto il tempo da Rodegonda statuito, .si vesti da facchino e con una cassa in collo verso la camera di Rodegonda