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. --·· --- ---=== PARTE SECONDA vegg1amo. Potrebbe forse alcuno dire non esser cosa cattiva la gelosia, ma deversi chiamar segno d’amore, con ciò sia che non si potra mai trovare ch e sia nessuno geloso di quella cosa che non ama. Chi adunque, se un geloso convien per forza che d’alcuna cosa che ama geloso divenga, se non amasse averia cagione di temere? Onde il nostro ingegnoso sulmonese disse amore esser cosa piena di sollecito timore, e questa sollecita e diligentissima téma altro non è che gelosia. Ma questo punto non mi rimovera dal mio fermo proposito. Io non niego che amore non stia insieme con gelosia, anzi lo confesso e vi dico che dove è gelosia è ance amore. E qual è l’amore . che con la gelosia alberga? Egli è veramente amore imperfetto, tronco, infermo, dubioso e d’alcune parti di ver amore manchevole. Si potra bene con la verita in mano conchiudere che in quel petto, o sia d’uomo o sia di donna, dove amor perfetto e vero ha collocato il suo seggio, gelosia non può aver luogo. Adunque come la febre è segno di vita, perché ella non ha albergo in , un corpo morto, la gelosia è segno d’ imperfetto amore. Chi sara che presuma di dire che dove è perfetta e sana vita ci sia f ebre? Egli si sa pure che la febre non può aver luogo, come s’è detto, se non in corpo vivo; nondimeno ella non resta di tormentarne e piu tosto a morte che a vita ci mena, se l’uomo non usa i convenevoli rimedi. Il medesimo fa la gelosia, la quale com’ è abbarbicata nel core d’un amante ed egli la lascia dominare, il piu de le volte lo guida ad odio piu tosto che ad amore. Onde si può veramente dire che il regno d’amore in tutti i suoi confini non ha piu orrendo mostro, piu pestilente ae re né serpe piu velenoso di questo morbo e di questa gelosia. E qual in effetto è piu fa stidiosa e tormentata vita di quella d’un geloso? ;Egli non solamente s’affligge , si crucia, si rode e sempre dimora immerso in continovi travagli e dolori, pe rden done il cibo e il sonno ed ogn’altra quiete; ma tormenta e pert ur ba ognora quella persona che dice amare piu che le pupill e degli occhi suoi, e a quella con sue agre rampogne, con suo i rammarichi, con invenzion nuove ed amare querele, con gran sospiri e gelate paure mai non lascia aver un’ora di quiete.