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e pareva a punto che gioisse del pianto de la matrigna. Era nasciuto Maometto di madre cristiana, figliuola di Zorzo r e de la Servia, che Amorato prese per moglie; ma perché i turchi prendeno piú mogli, la madre di Tursino era di nazione turca. La quale col figliuolino morto in braccio al tiranno rivolta, poco la vita curando, audacementè disse: - È questo il tuo fratello, o imperadore, che tuo padre morendo con tante lagrime ti raccomandò ? A questo modo ti par ragionevole eh macerar un innocente bambino? Con la morte del fratello vuoi, prima che tuo padre sia seppèllito, dar principio al tuo imperio? Oh sceleratezza nefaria •e crudelissima e piu che tirannica! o ferina crudelta ! Dio come ti sostiene? Aspetta, aspetta, ché tu ancora la vita tua cosi finirai, e credilo a me che altra morte non sei per fare. Dicendo queste e simili altre varole , la dolente madre cascò stramortita dinanzi ai piedi di Maometto. Egli comandò che la donna fosse rilevata, a la quale, essendo in sé rivenuta, tutto ·lieto e con ridente faccia cercava il dolor levare dicendo: Madre mia, egli bisogna che voi abbiate pazienza e che con buon animo sopportiate la necessita, perciò che ciò ch’ è fatto non può essere che fatto non sia. Sapete bene che de la casa nostra Ottomanna l’antica costuma è che ne la creazione del nuovo prencipe tutti i maschi del sangue ottomanno soffocare si sogliano, a ciò ch’un solo senza competitore resti signore, ché secondo ch’ in cielo è uno Dio solo, cosi conviene che in questo no stro imperio sia solamente un imperadore. Perciò vi essorto e prego a rasciugar le lagrime e st ar di buona voglia, ché in luogo del morto Tursino vi sarò sempre ubidiente figliuolo. E ·per meglio consolarla le soggiunse che ella domandasse ciò che voleva, perché mai n on patiria repulsa di cosa che chiedesse, quantunque fosse grandi ssima. La donna di passione e d’ira ardendo ed altro non bramando che poter in parte vendicar la mo r te de l’ innocente figliuol o, cosi gli rispose: - Signore, se tu vuoi che io ti cr eda ciò che mi dici, dammi in poter mio questo scelerato micidiale M osè, ch’io ne faccia ciò che piu m’aggradira. A pena ebbe la sua domanda la donna compita, che il perfidissimo tiranno comandò che a M osè fosser legate