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e molto desiderava la quiete ed il riposo, fatto signore sotto la cura di Cali, che era il primo bascia ed uomo di grandissima sperienza nel governo e ne le cose militari. Andò Amurato ne la citta chiamata M’amissa che è ne l’Asia Minore, e quívi con i religiosi de la setta maomettana religiosamente viv eva. In questo mezzo gli ungari prepararono un numeroso ess:ercito sotto il governo del glorioso capitano Giovanni Uniade, il cui figliuolo Mattia fu poi re d’ Ungaria. Inteso dai turchi che gli ungari gli volevano assalire, deliberarono di rivocare, per consiglio di Cali bascia, Amurato, non parendo loro che J\.faometto, che aveva poco piu di ventun anno, devesse esser bastante a tanta impresa, del che Maometto S·e’ ne sdegnò grandemente. Ma perché sapeva simulare e dissimulare come voleva, non mostrò di fuori lo sdegno de l’animo suo. Venne non dopo molto Amurato a morte, e quello di stesso che il padre suo mori, Maometto lasciata la cura dei funerali, a ciò che il principio del suo imperio cominciasse e consacrasse col sangue fraterno, es sendo anco r a caldo il corpo del padre, corse a le camere ove un suo fratello chiamato Tursino, che aveva diciotto mesi, si nodriva. Trovò il bambino ne la culla, il quale cominciò, sorridendo come fanno i piccoli fanciulli, a guardaPe Maometto. Egli’ con furia dato di mano a l’ innocente fratello, lo v oleva col capo percuotere al muro. Era con il crudelissimo tiranno un allevato seco che si chiamava Mosè, il quale veggendo questa immanissima ferita, s’inginocchiò davanti a Maometto, supplicandolo affettuosamente che non si volesse bruttar le mani del sangue fraterno. Impetrò quanto supplicava, mentre che egli il bambino subito uccidesse. Ubidi Mosè, e preso il fanciullo, quello in un vaso d’ acqua violentemente suffocò ed il picciolo corpo mise in terra. Hanno i turchi questa superstizione, che non ·si a lecito spander il sangue regio degli Ottomanni in terra, e per questo gl_i suffocano. La madre del misero Tursino, inteso il caso come era successo, ululando e gridando corse a quella camera, e trovato l’innoc ente fi gliuolo disteso in terra, se lo ·recò ne le braccia, raddoppiando le grida e mandando le voci piene di lamenti sino al cielo, e pareva forsennata. Rideva il crudelissimo tiranno