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delle preponderanze straniere 73

continuava Carlo II, il venditor di Casale. — E continuava Cosimo III in Toscana. — In Roma pontificò Innocenzo XI [Odescalchi, 1676-1689], buon papa, non nepotista, quegli che resistette a Luigi XIV, quegli che confortò l’immortal Sobieski, gl’immortali e generosi polacchi, a salvar dai turchi, cioè dalla distruzione [1683], quella casa d’Austria, quell’aristocrazia, quella Vienna, or tanto immemori! Seguirono Alessandro VIII [Ottoboni, 1689-1691]; Innocenzo XII [Pignatelli, 1691-1700], papa ottimo anch’egli, che non solamente non fu nepotista, ma fece una bolla [1692] contro al nepotismo, e vi pose l’obbligo di giurarla a tutti i cardinali entranti in conclave e a tutti i papi nuovi; onde fu, non estirpato pur troppo, ma scemato il brutto vizio, durante il secolo seguente. E governò lo Stato non solamente colla bontá solita, ma con ordine insolito colá. — Finalmente, Venezia anch’essa parve ridestarsi alquanto in quegli anni; ché aggiuntasi ad Austria e Polonia nella guerra contro a’ turchi, guerreggiò fortemente, costantemente, quindici anni [1684-1699], ed ebbe un ultimo grand’uomo di guerra e di mare, il Morosini; il quale conquistò a sé il nome di «peloponnesiaco», ed alla patria la Morea, Egina, Santa Maura e parecchi luoghi di Dalmazia. La pace di Carlowitz [1699] sancí tutte queste conquiste; sancí il primo indietreggiare della potenza ottomana, giunta al colmo, minacciante Germania e la cristianitá poc’anni addietro.

17. Una digressione. — Io non so lasciare il tristo Seicento, senza spender alcune righe a combattere qui uno storico sempre eloquente e ben intenzionato, per vero dire, ma troppo sovente cattivo politico, a parer mio, cattivo intenditor de’ tempi che descrive, e di quelli a cui scrive. Il quale dice dunque di questi del Seicento: «Gran differenza si osservava allora in Italia fra i paesi soggetti alla signoria spagnuola ed a quella di Savoia d’un lato, e le due repubbliche di Venezia e di Genova, lo Stato ecclesiastico e la Toscana dall’altro: quelli erano infelicissimi; questi se non appieno felici, almeno in minor grado di infelicitá costituiti. Della quale diversitá assai manifesta è la cagione: i primi obbedivano a signori che si dilettavan di guerra; i secondi, a chi era amatore di pace». Ora io qui