(dopo revocato l’editto di tolleranza di Nantes)
avea cacciati gli ugonotti. Nel 1688, volle sforzare papa Innocenzo
XI a lasciar l’asilo de’ malfattori nel palazzo dell’ambasciador di
Francia a Roma; e non gli riuscendo, sequestrò Avignone. Ma quel buono
e forte papa resistette allora colla pazienza; e tra breve resistette
e sollevossi il duca di Savoia con l’armi. In Roma e Savoia era ogni
resto di virtú italiana; l’ecclesiastica ne’ papi, la militare ne’
duchi piemontesi. Ai 3 giugno 1690, s’aggiunse Vittorio Amedeo alla
lega di quasi tutta Europa contro al prepotente Luigi XIV, e riaprí lor
valli a’ poveri valdesi. Scese Catinat a capo d’un esercito francese,
e devastò Piemonte, incendiando case e villaggi, ed ammazzando
popolazioni innocenti; e vinse una gran battaglia a Staffarda [1690].
Ma vinse il duca a Cuneo [1691] ed invase Delfinato [1692]; e stava
per saccheggiare a rappresaglia, quando il vaiuolo sorvenutogli lo
salvò di quella nequizia, e lo fece ritrarsi. Vinse Catinat una seconda
gran battaglia a Marsiglia [1693]; ma perdé Casale nel 1695. Ondeché,
stanco giá Luigi XIV, e volendo provedere colla pace alla prossima
eventualitá della morte e della successione di Carlo II di Spagna,
s’allentò in Italia la guerra, e s’incominciarono negoziati; e si
conchiusero con un trattato [30 maggio 1696], per cui Vittorio Amedeo
riebbe tutto suo Stato, Pinerolo stessa, quella ultima spina straniera
rificcatagli in corpo. Che piú? In questo trattato, uno de’ piú belli
firmati mai da casa Savoia, Vittorio Amedeo fece da arbitro d’Italia
cosí, che vi patteggiò la neutralitá universale di essa. La quale poi
non riconosciuta da Spagna sua antica alleata, ei si volse contro essa,
e la sforzò ad aderire; e cosí egli condusse alla pace universale,
che si fece poco appresso a Riswick [1698]. E quindi esso il glorioso
guerriero e pacificatore, e il pacificato Luigi XIV, e Spagna, e tutti,
posarono aspettando, ed apparecchiandosi con nuovi trattati (tutti
inutili poi) all’evento della grandissima successione. — Nel resto
d’Italia, intanto, non eran succeduti guari altri casi. In Parma, era
a Ranuccio II succeduto il figliuolo di lui Francesco [1694]. — Ed era
succeduto nel medesimo anno a Francesco II, Rinaldo suo figliuolo, in
Modena. — In Mantova e Monferrato