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delle preponderanze straniere |
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lunga e grande operositá,
un intervallo di quarantacinque anni, e tre principi minori con due
reggenze. — Succeduto Vittorio Amedeo I [luglio 1630], continuò la
guerra della successione di Mantova pochi altri mesi; poi si venne
a’ trattati; e per quelli di Cherasco [6 aprile 1631] e Mirafiori [5
luglio 1632] rimasero. Mantova e Monferrato al Nevers-Gonzaga; Alba,
Torino ed alcune altre terre a Savoia. Ma questa ebbe a dar Pinerolo
a’ francesi, e cosí fu riaperta a questi l’Italia, e disfatto il
benefizio di Carlo Emmanuele quando aveva avuto Saluzzo in cambio alle
province francesi. E posossi per poco. Ché, signoreggiata Francia
dal Richelieu, questi riprese l’idea d’Enrico IV di diminuir casa
d’Austria, massime in Italia, ed a ciò [11 luglio 1635] fu firmato
in Rivoli un trattato tra Francia e Savoia, a cui aderirono Parma e
Mantova, ed applaudí Urbano VIII, il papa Barberini che fu o apparve
primo dopo il Caraffa a prender noia del giogo spagnuolo e volgersi a
Francia. Cosí riaprissi la guerra, che durò poi variamente ventiquattro
anni. Ma Vittorio Amedeo, generalissimo della lega, non la condusse
che due anni. Morí ai 7 ottobre 1637. — Allora si aggiunse una contesa
di famiglia, e diventò guerra civile, la sola che sia stata mai in
Piemonte. Succedeva ad Amedeo suo figlio di cinque anni, Francesco
Giacinto; e fu presa la reggenza dalla vedova madre di lui, Cristina
di Francia, figliuola di Enrico IV, donna di alti e gentili spiriti,
come il padre. Aveva contro a sé, Spagna aperta nemica; Francia o almen
Richelieu avidi amici che volean tiranneggiarla; e i due cognati,
Tommaso buon guerriero al servigio di Spagna, e Maurizio pure spagnuolo
di parte, che le contrastavano la reggenza appoggiandosi bruttamente a
Spagna, nemica allora di lor famiglia, nemica naturale di ogni principe
indipendente italiano. Dichiararonsi mentre Leganes e gli spagnuoli
invadevano. — Morí in questo [giugno 1638] il duca fanciullo Francesco
Giacinto; e succedette suo fratello piú fanciullo Carlo Emmanuele II.
Nel 1639, il Piemonte fu quasi tutto de principi zii. Nella notte del
26 e 27 luglio, sorpresero Torino. Madama reale (come si chiamava la
duchessa) ne fuggí prima in cittadella, poi qua e lá fino a Grenoble,
ma lasciando il