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delle preponderanze straniere |
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appena un anno [1502], ruppesi guerra tra francesi e spagnuoli.
Combattutosi variamente dapprima, furono sconfitti i francesi a
Seminara e Cerignola [aprile 1503]. E sceso un altro esercito francese,
fu vinto pur esso al Garigliano al fine del medesimo anno dal Gran
capitano; e tutto il Regno rimase fin d’allora spagnuolo. — Nell’agosto
era morto papa Borgia. La brevitá cosí sovente tormentante di questo
sunto ci serve qui, dispensandoci dal dire le dissolutezze, le rapine,
i tradimenti, i veleni, le crudeltá di tutta quella famiglia. Tanto
piú che tutto ciò fu bensí il sommo della perversitá di quei tempi
perversi, ma non ne fu mutato essenzialmente né durevolmente quasi
nulla in Italia. Fu progetto di Alessandro e del figlio distrurre i
signorotti, i vicari pontefici che signoreggiavano nelle cittá della
Chiesa, i Colonna ed Orsini intorno a Roma, i Varani in Camerino, i
Freducci in Fermo, i Trinci in Foligno, i La Rovere in Sinigaglia
ed Urbino, i Baglioni in Perugia, i Vitelli in Cittá di Castello,
gli Sforza in Pesaro, i Malatesta in Rimini, i Riario in Imola, gli
Ordelaffi in Forlí, i Manfredi in Faenza, i Bentivoglio in Bologna e
gli Estensi in Ferrara. Cesare Borgia doveva rimanerne duca di Romagna.
Ma con tutte le loro male arti sofferte od aiutate dalle potenze
italiane e straniere, a che riuscirono? Assassinarono signorotti,
riunirono poche signorie, e non durò il ducato. E meraviglia che
Machiavello ed altri di que’ tempi ammirasser costoro. Se non che, la
Dio mercé, e che che si dica, anche la scienza politica è progredita
d’allora in poi: il Machiavello de’ nostri tempi ha professato che le
scelleratezze sogliono essere non solamente delitti, ma errori. Cosí
fosse ben imparato e tenuto fermo in Italia. Dicesi che Alessandro VI
istituisse la censura ecclesiastica de’ libri [1 giugno 1502]; ma ei
non fece che applicarla a’ libri stampati. E il fatto sta che ella
esistette sempre, ed esiste in qualunque chiesa, anche acattolica,
voglia mantenere i suoi dommi. La cattiva imitazione, poi, delle
censure politiche nacque molto piú tardi. Dicesi morisse Alessandro di
un veleno apparecchiato a’ suoi nemici, e preso da lui e dal figliuolo
che ne rimase infermo, e incapace di provvedere ai fatti suoi durante la