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delle preponderanze straniere 157

rado manca, l’esagerarsi nella prepotenza, lo stoltizzare del prepotente.

35. Continua. — Tra il 1811 e il 1812, stoltizzò Napoleone non solamente nello scopo, ma ne’ mezzi stessi oramai di sua politica. Egli aveva fino allora corteggiato Alessandro; ed ora ei sacrificò quell’alleanza e quell’amicizia alla stoltezza del suo sistema continentale contro ad Inghilterra, volle sforzarvi Alessandro che si ribellò alla prepotenza, e ne seguí la guerra. Ed egli avea corteggiati i polacchi; ed ora ei li sacrificò, non li restaurò per riguardi ad Austria, posseditrice d’una lor provincia. Poi, aggiugnendo errori ad errori, fece [24 febbraio, 14 marzo] due trattati d’alleanza con Prussia ed Austria, prendendo un trentamila uomini soli a ciascuna, e cosí lasciandosele a spalle quasi intiere e mal affette, anzi frementi. Era colmo di disprezzo delle passioni, degli interessi, delle opinioni altrui: ma fu insieme colmo d’inganno. Ei disse e credette far un’irruzione dell’Europa occidentale contro all’orientale, della civiltá contro alla barbarie; ma la civiltá, l’indipendenza stavano allora per Russia; e cosí questa vinse. Napoleone (trattenuto oltre all’intento a Parigi da un primo di quegli accidenti del cielo che mostrano piú chiaramente il dito di Dio, dal timor di una carestia) passò il Niemen [23 giugno]; entrò a Vilna [28], a Vitepsk [28 luglio], a Smolensko [17 agosto], dopo combattimenti e battaglie via via crescenti quanto piú avanzava. E cosí combatté la maggiore alla Moscowa [7 settembre]; e la vinse, ed entrò a Mosca [14]. — Ma lá, presso all’Asia, fu il termine di sua fortuna. Né soli noi, pochi sorviventi di quella generazione, ma le generazioni nuove sanno e sapran gran tempo fin da fanciulli, tutti i fatti di quella quasi epopea de’ giganti moderni: l’incendio di Mosca, gl’indugi di Napoleone, sue speranze di aver pace; sua partenza [19 ottobre], la ritirata di quelle turbe d’eroi intimoriti, l’inverno precoce, il cielo nemico, i campi nevosi, le vie perdute all’innanzi, segnate addietro da’ morti e morenti; i cosacchi, le orde asiatiche spingenti e taglianti l’allungata fila; l’eroismo di Ney e tanti altri; Napoleone impavido, e che chiamava demoralizzati coloro che per lui soffrendo,