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delle preponderanze straniere |
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soccorso nella piazza. Dalla
quale poi e dal Piemonte si ritrasse l’esercito gallo-ispano oltre
Alpi prima dell’inverno. — Intanto il Lobkowitz, coll’esercito tedesco,
s’era avviato alla conquista di Napoli; ed erasi avanzato poco al di
lá di Roma, fino a Genzano. L’esercito spagnuolo e napoletano s’era
avanzato alla riscossa fino a Velletri; e quantunque cosí vicini,
erano rimasti mesi e mesi i due eserciti a guardarsi, a tastarsi con
piccole fazioni, che chiamavasi cent’anni fa un guerreggiar bello
e scientifico, or par goffo agli stessi ignoranti. Una notte [10
agosto] il Lobkowitz sorprese Velletri, e poco mancò non isbaragliasse
l’esercito nemico, ma fu ricacciato, e non ne seguí altro; fino a che
tra le malattie e la noia si ritrassero, l’uno in Romagna e Lombardia
e l’altro a Napoli, i due eserciti, derisi dalle popolazioni per via.
In tutto, salvo il gran Federigo, il maresciallo di Sassonia, e forse
forse il Maillebois, i generali della metá del secolo decimottavo,
esageratori, affettatori degli artifizi tattici e strategici, si
potrebbon chiamare i seicentisti dell’arte della guerra. — Ai quali
ora succederebbero volentieri, se si desse lor retta, i romantici;
quelli che, pretendendo imitar Napoleone (il quale non hanno capito
né studiato), vorrebbero guerreggiare senza regola, senz’arte, senza
tener conto né di ostacoli naturali, né di fortezze, né di eserciti
nemici, anzi senza esercito proprio, con quello solo che chiamano
(senza conoscerlo) «entusiasmo». Del resto, costoro son conseguenti
nel non voler guerre lunghe né eserciti regolari; non vi vorrebbon
andare nemmen per ombra; mentre sorridon loro le guerre di entusiasmo,
sempre brevi, non faticose, e di che si ritrae ciascuno facilmente,
gridando: — Non v’è piú entusiasmo. — Nel 1745, Genova si alzò contro
agli alleati di Worms che abbandonavan Finale al re di Sardegna, ed
entrò nell’alleanza contraria di Spagna e Francia [1º maggio]. Quindi
unironsi meglio le mosse dei due eserciti gallo-ispani. Il Gages,
coll’esercito spagnuolo-napoletano, passando dal Panaro in sulla
Magra, si congiunse intorno a Genova con don Filippo e Maillebois
che venivan da Nizza; e guerreggiaron poi alcun tempo sul Tanaro e
la Bormida, preser Tortona [3 settembre], Piacenza, Parma, Pavia,