nemici) intorno al campo assediante; poi
furono insieme principe e duca sulla vetta di Superga, a concepir di lá
l’imminente battaglia; e il duca fece alla Vergine il voto di quella
chiesa ove or riposa, sommo fra i successori di lui, Carlo Alberto. E
quindi scesi, assalirono, rupper le linee, sbaragliarono l’esercito
francese, addí 7 settembre. Rimasevi ucciso il Marsin venutovi a
comandare, ferito il duca d’Orléans venutovi ad obbedire dolorosamente
contra il proprio parere, che era d’uscir dalle linee. Questa battaglia
di Torino fece perder l’Italia a Francia e Spagna. Non serví una loro
vittoria [9 settembre] nel Mantovano. Si difesero qua e lá fino al fine
dell’inverno. Intanto continuò sí Villars a difendere la frontiera
germanica; ma in Fiandra erano pur battuti Villeroi e l’elettor di
Baviera da Marlborough a Ramillies [23 maggio]. In Ispagna, l’arciduca
re Carlo entrava in Madrid [16 giugno]; ma Filippo vi rientrava [22
settembre]. — Nel 1707, i francesi, difesisi qua e lá tutto l’inverno,
vuotarono il Milanese e tutta l’Italia superiore per capitolazione
[13 marzo]. Susa sola rimaneva: fu loro presa dal duca di Savoia [3
ottobre]. E allora, aiutata dagli eventi, riuscí una sollevazione.
Addí 7 luglio sollevossi Napoli per Austria; in breve non rimase che
Gaeta a re Filippo; fu presa addí 3 ottobre; e tutta la penisola fu
sgombra di franco-spagnuoli. Ma tentata un’invasione in Provenza dal
principe Eugenio e dal duca di Savoia [11 luglio], e posto da essi
assedio a Tolone, furono costretti a levarlo [22 agosto] e ripassare
in Italia. E in Ispagna il Berwick, generale (e gran generale) di
Francia e Spagna, vinse una gran battaglia ad Almanza [25 aprile], e
tutto il regno, salvo Catalogna, tornò a Filippo V. Alla frontiera di
Germania Villars ruppe le linee nemiche di Stolhoffen [22 maggio],
e, passato il Reno, invase Franconia. — Nel 1708. venuto a Delfinato
questo capitano, che fu vero Fabio francese, tenne a bada il duca di
Savoia tutto l’anno mentre disputavano l’imperatore e il papa per la
supremazia di Parma e Piacenza ed altri diritti della Chiesa, e per
la ricognizione di Carlo III di Spagna. Morí poi [5 luglio] Carlo III
Gonzaga; e passarono Mantova all’imperatore, e Monferrato a Vittorio
Amedeo II.