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40 libro secondo

fra e sopra tutte quelle cittá, quelle genti, quella nazione d’Italia. Questa, dunque, evidentemente è la principal causa causante, qui è l’origine della meritata grandezza di Roma; l’avere bene ed opportunamente assunta la rivendicazione dell’indipendenza nazionale. Né, del resto, fu cosa nuova nella storia delle genti: molte, antiche e nuove, si fecer grandi allo stesso modo: la gente tebana tra l’antichissime egizie, la persiana tra le mediche, l’ateniese e la spartana tra l’elleniche, la castigliana tra le spagnuole, la prussiana tra le recenti germaniche. E gli etrusci avevano bensí esercitato sette secoli addietro tale ufficio contro a’ pelasgi, epperciò erano diventati grandi tra le genti italiche; ma non esercitandolo, come decaduti, sufficientemente contro ai galli, Roma intanto cresciuta, sottentrò loro nell’impresa, nella grandezza, nell’impero d’Italia. — Ad ogni modo, questa epoca in che Roma incominciò a ponderare e preponderare in Italia ci parve molto piú importante, piú atta a segnare il fine della etá primitiva, il principio d’una seconda etá della nostra storia, che non sia l’epoca della fondazione di Roma, scelta a ciò dalla maggior parte degli storici moderni. E tanto piú che gli antichi diedero a Camillo, il gran motore di quell’impresa, il nome di «secondo fondatore di Roma», e che antichi e moderni concordano a dire incerta e poco men che favolosa o poetica tutta la storia romana precedente la guerra de’ galli.

2. Mezzi; costituzione e mutazioni. — Camillo e Roma furono poi ammirabili dopo la prima vittoria; si apparecchiarono a proseguirla colle mutazioni interne opportune; innalzarono se stessi alla cresciuta fortuna; non si arrestarono nella virtú; la passata fu ad essi non piú che principio della avvenire. — La costituzione era questa allora. Un senato di patrizi ereditari, ma che ammettevano nel loro seno ogni popolano fatto grande nella patria; un popolo che s’adunava al fòro in varie forme, le une piú, le altre meno soggette alla influenza dei patroni su’ clienti, dei patrizi su’ popolani; ondeché lo stabilire e l’usar l’una o l’altra forma fu soggetto di dispute grandi e frequenti colá, come furono e saran sempre le leggi d’elezioni ne’ popoli